Press "Enter" to skip to content

Furono il professor Giovanni Francia e il dottor Nello Sàrperi i veri pionieri mondiali dell’energia solare

di Max Corradi – Con tutto il rispetto, dobbiamo correggere – senza nulla togliere a Pier Enrico Zani – l’intervista pubblicata stamane su “La Stampa” a pagina XI dell’inserto Green&Blue dove si tratta  dell’energia solare dimenticando che l’inventore degli impianti solari e fotovoltaici è stato il professor Giovanni Francia 1911-1980 (nella foto sopra) coadiuvato magistralmente dal dottor Nello Sàrperi 1903 – 1975 (nella foto d’antan a lato, che lo ritrae insieme alla sorella Anna, medico pediatra, alla mamma Santina e all’altra sorella Olga, insegnante). Giovanni Francia, con le sue intuizioni e sperimentazioni nella Stazione solare di S. Ilario, nell’arco di circa vent’anni, richiamò l’attenzione di tutto il mondo su Genova, che a metà degli anni settanta poteva essere considerata “capitale mondiale del solare”. La sua carriera solare a livello internazionale cominciò nell’agosto 1961 a Roma con la presentazione delle strutture a nido d’ape o celle antiraggianti alla conferenza delle Nazioni Unite sulle nuove fonti di energia. In quest’occasione Francia riferì delle verifiche sperimentali condotte a Cesana Torinese con un concentratore troncoconico, grazie al quale aveva ottenuto temperature di circa 250 gradi centigradi. L’idea centrale avuta insieme a Sàrperi (che aveva parenti a Novi Ligure) che è stato il progettista della caldaia solare, era che il calore solare, abbondante ma a bassa densità e a bassa temperatura, dovesse essere raccolto in modo da ottenere le temperature necessarie per far funzionare macchine e impianti delle società tecnologicamente e industrialmente avanzate, a cominciare da quelli per la produzione di energia elettrica. Siamo certi che il dottor Zani sia al corrente di questa esperienza e siamo altrettanto certi che si unirà a noi nel ricordo dei due grandi scienziati, quasi dimenticati in Italia.

Sotto l’intervista a Zani pubblicata da La Stampa che si è dimenticata dei due grandi scienziati italiani veri scopritori dell’energia solare

Il pioniere delle celle solari
Ci vorranno 1.000 lavoratori, tra diretti e indiretti, per far funzionare la grande fabbrica di pannelli fotovoltaici che Enel sta costruendo a Catania, con inaugurazione entro luglio 2024. Sarà un lavoro difficile perché, spiega Pier Enrico Zani, la costruzione dei pannelli richiede perizia.
«Servono operatori e tecnici specializzati, non ingegneri. Ma dovranno essere motivati, disposti a imparare, veloci di testa e abili di mani. Dobbiamo imparare dalla Cina».
Zani è un pensionato 76enne ancora molto attivo, con la testa e con le mani. Parla nello studio di casa, una stanza piccola e stracarica di strumenti di laboratorio e oggetti che ha raccolto nella vita, in bella vista sugli scaffali che suo padre, falegname, gli ha lasciato.
Tra gli oggetti ci sono anche alcuni moduli solari, i primi costruiti in Italia. Li ha costruiti lui.
«Questo è il numero due – dice prendendo in mano un rettangolo di silicio -. Il numero uno me l’hanno rubato a una fiera. Tutto è cominciato nel 1978 quando l’ingegner Giobatta Clavarino, il capo dell’Ansaldo, mi chiama e mi chiede di andare in Motorola, negli Stati Uniti, a prendere la licenza per fare le celle solari.
Gli chiedo se prima posso provare a farne un paio nel nostro laboratorio. Dopo la laurea in fisica, a Genova, avrei voluto rimanere all’Università. Avevo anche vinto una borsa di ricerca, ma dall’Ansaldo era arrivata un’offerta di lavoro. Pagavano molto più della borsa universitaria. I miei mi avrebbero lasciato libero, ma non me la sentivo nei loro confronti. Così ho accettato. Mi è andata bene, perché all’Ansaldo ho avuto la possibilità di fare quello che mi piace: muovere le mani, manovrare le macchine per fare delle cose».
Come andò a finire con le celle?
«Un mese dopo mi presentai nell’ufficio dell’ingegner Clavarino con una cella solare. Non sono più andato in America».
Avete cominciato subito una produzione industriale?
«Le prime produzioni erano artigianali. Eravamo un gruppetto di giovani fantasiosi, 12 tra tecnici e operai, guidati da me e dal mio amico Salvatore Pidatella, neolaureato. Siamo passati al livello industriale nel 1980, quando Gisulfo Baccini ha costruito la prima macchina serigrafica per celle solari. Con quelle macchine l’Ansaldo ha costruito il suo più bell’impianto, il rifugio del Cnr sul K2, a 5.050 metri d’altezza. I moduli sono ancora lì, funzionanti. Li ho fatti io».
Perché sostiene che su queste questioni dobbiamo imparare dalla Cina?
«Ha capito che il petrolio del futuro è il silicio, il materiale di cui sono fatte le celle fotovoltaiche, e che il fotovoltaico ha bisogno di competenze. È un problema che l’Enel deve risolvere: imparare il lavoro e insegnarlo agli operai. Motivarli, pagarli bene. La fabbrica siciliana produrrà ogni anno celle con una potenza complessiva di 3 gigawatt. La Cina ne sta costruendo 4 da 50 gigawatt l’una».

Comments are closed.