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Assange sarà estradato in Usa, la moglie: “Temo che si uccida”

Londra (Alessandria Rizzo de La Stampa) – Ora l’estradizione di Julian Assange negli Usa potrebbe essere davvero vicina. Il governo britannico ha approvato la richiesta di trasferimento del fondatore di WikiLeaks, una decisione che segna una svolta potenzialmente decisiva nella sua ormai decennale lotta per la libertà. Assange può ancora presentare ricorso. “Questa non è la fine della nostra battaglia”, commenta WikiLeaks: “È un giorno buio per la libertà di stampa e per la democrazia britannica”. Ma nonostante i toni combattivi della moglie e dei legali, le speranze di Assange si affievoliscono, e la via verso un rilascio si fa più difficile. In una conferenza stampa a Londra, la moglie Stella Moris (a lato) ha affermato che un’estradizione potrebbe portare Assange al suicidio. E ha rivelato che il ricorso in appello conterrà presunte prove di un piano della Cia per avvelenare Assange. “Julian vuole vivere, vuole avere la possibilità di essere libero, di stare con me e con i suoi figli”, ha detto. Ma l’estradizione “lo spingerà a togliersi la vita”. Australiano, 50 anni, Assange è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra. In America deve rispondere di pesantissime accuse di spionaggio; rischia una condanna fino a 175 per aver pubblicato nel 2010 e 2011 migliaia di documenti top-secret sulle guerre in Afghanistan ed Iraq, incluse informazioni su crimini di guerra commessi dalle forze americane. Il dossier è arrivato sul tavolo della ministra degli Interni Priti Patel al termine di una vicenda giudiziaria tortuosa, tra sentenze, appelli e colpi di scena. Nell’accogliere la richiesta della corte suprema, il governo ha specificato che non esistono impedimenti legali per bloccare l’estradizione: questo può avvenire solo in circostanze limitate, per esempio se un detenuto rischia di andare incontro alla pena di morte, e non è il caso di Assange. Assange ha ora 14 giorni di tempo per fare appello, prima all’Alta Corte britannica, e poi potenzialmente alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. “Passerò ogni minuto a lottare perchè sia fatta giustizia”, giura la moglie, avvocato sudafricano dei diritti umani che Assange ha sposato in carcere l’anno scorso e dalla quale ha avuto due figli. Se gli appelli dovessero fallire, Assange secondo alcuni media britannici potrebbe essere estradato già il mese prossimo. Per Amnesty International l’estradizione “mette in pericolo Assange e manda a tutti i giornalisti un messaggio agghiacciante”. Assange resta tuttavia un personaggio enigmatico e controverso, martire della libertà di espressione per alcuni, hacker senza scrupoli secondo altri. La sua saga risale al 2010, quando è stato accusato di violenze sessuali contro due donne in Svezia e colpito da un mandato di cattura internazionale. Assange si è rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Ci è rimasto per sette anni, senza mai lasciare l’edificio, almeno a quanto si sappia. È stato poi arrestato ed è rinchiuso a Belmarsh da quasi tre anni. Presto potrebbe ritrovarsi in un carcere americano.

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