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Qualche sindaco ligure chiede una deroga al divieto di balneazione

Genova – Nonostante la peste suina, e in presenza di un’evidente ridotta  portata d’acqua a causa della siccità, alcuni sindaci di Comuni in Zona Rossa chiedono (?) alla Regione una deroga al divieto di balneazione approvato per motivi di sicurezza. Così, mentre in Piemonte i bagnanti restano diligentemente sugli argini dei corsi d’acqua, nella Zona Rossa del versante ligure c’è una sorta di “liberi tutti” al punto che è persino consentita la pesca. Tuttavia,  anche se siamo in Liguria, c’è un limite a tutto e non si può consentire apertamente di fare il bagno, in quanto per legge in tutti i torrenti, fiumi e laghi dove esiste un’attività di balneazione occorre l’analisi Arpal. Ma nessun sindaco del versante ligure l’ha mai chiesta e quindi da sempre residenti e villeggianti continuano a immergersi nelle acque dolci senza troppi problemi. Resta, comunque, la richiesta di alcuni primi cittadini di definire con maggiore precisione le cose che si possono fare o non si possono fare sulle sponde di fiumi e laghetti. Secondo qualche sindaco maggiormente incline al mugugno, il piano regionale che definisce gli interventi da effettuare e le norme da seguire per la lotta alla Psa, non definisce la possibilità di fruizione a fini ricreativi dei corsi d’acqua interni. In tema di cinghiali, poi, dopo la conferma degli abbattimenti programmati nel tratto urbano del Bisagno, ieri l’associazione animalista “Rete dei santuari di animali liberi” ha chiesto al Ministero della Salute e al Commissario Straordinario per la Psa, Angelo Ferrari, la deroga all’abbattimento dei cinghiali che vivono nel torrente Bisagno e in tutti i torrenti genovesi, come già fatto per i maiali e i cinghiali dei rifugi.

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