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Ventimiglia: la Lega implode dopo le liti interne alla maggioranza di centrodestra e se ne va sbattendo la porta

Ventimiglia (Max Corradi) – Ventimiglia è dietro l’angolo ma, soprattutto, è una città strategica per la logistica del Basso Piemonte e della Liguria Occidentale, col porto di Vado-Savona a 25 chilometri. E proprio a Ventimiglia, 25.000 abitanti in provincia di Imperia, c’è la prima maggioranza comunale di centrodestra a saltare per aria a causa della Lega che con cinque consiglieri costituisce il gruppo più numeroso. Ora il Carroccio ha deciso di uscire dalla maggioranza guidata da Gaetano Scullino (nella foto) eletto in una lista civica nel 2019. Solo un consigliere leghista, Marcello Bevilacqua, è rimasto al suo fianco, per ora. Per il segretario provinciale leghista e deputato Flavio Di Muro non ci sono le condizioni per continuare nella maggioranza anche perché la Lega, secondo lui, ha già dato molto senza ricevere niente: “Già nel 2019 il candidato sindaco spettava alla Lega – ha detto Di Muro ai cronisti – mi pare che ci sia abbastanza delusione in una città che ha problemi gravi. Ci sono state tante occasioni per rompere, siamo andati avanti, ma le cose non sono cambiate”. L’episodio che ha portato allo strappo è la gestione della protezione civile, gestita dal vicesindaco leghista Simone Bertolucci, che che si è dimesso giovedì insieme ai volontari che non riuscivano ad avere materiali e mezzi richiesti. La vicenda è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La maggioranza attualmente può contare su sei consiglieri, mentre l’opposizione è passata da 6 a 10 e per continuare ad amministrare la città il sindaco Scullino dovrà per forza di cose cercare sostegno in un appoggio esterno, ma per i leghisti, le dimissioni del sindaco Scullino sarebbero un atto dovuto. Per tutta risposta il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino ha detto: “Sono a disposizione della mia città, quindi sono pronto anche a dimettermi, non per fare un favore alla sinistra ma solo per consentire che il voto alle comunali sia anticipato alla primavera del 2023″. Se Scullino non dovesse dimettersi, come richiesto a più riprese dai leghisti che l’avevano appoggiato insieme agli altri partiti del centro-destra e a due liste civiche alle comunali del 2019, i consiglieri di opposizione presenteranno una mozione di sfiducia che porterà alla caduta, inevitabile, dell’amministrazione. Con la conseguenza dell’arrivo di un commissario fino alla prossima data utile per il voto. “A chi dice che un anno di commissariamento non bloccherà i cantieri delle grandi opere e che non ci farà perdere milioni di contributi – sottolinea Scullino – dico che mente sapendo di farlo”.
E ad Alessandria come siamo messi?
Voci di corridoio ci dicono che tra Lega e Fratelli d’Italia continuano a volare gli stracci, mentre Forza Italia non sa che pesci prendere.
A livello nazionale i più informati dicono che il governo sia in fibrillazione, sempre a causa della Lega che, dopo la caporetto elettorale delle amministrative, corre ai ripari, ma non può fare a meno di stare a sentire Berlusconi per i noti motivi politico-economici che legano indissolubilmente Lega e Forza Italia.

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