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Una vergogna: la giunta di sinistra si rimangia la parola data e farà costruire dai privati un nuovo quanto inutile ospedale

Alessandria (Max Corradi) – Per chi era convinto che destra e sinistra in politica fossero alternative si sbaglia: la greppia piace a tutti allo stesso modo. Così Giorgio Abonante, rimangiandosi la parola data in campagna elettorale quando diceva che l’ospedale di Alessandria era solo da adeguare lasciandolo dov’è e i soldi della Regione sarebbero serviti per assumere nuovi medici e infermieri, è stato clamorosamente smentito. La verità è che, al di là delle beghe da cortile, sono tutti uguali, non c’è differenza fra destra e sinistra, a parte qualche dettaglio del tutto trascurabile. E così oggi è arrivata in redazione la notizia che il Gruppo Inc della famiglia Dogliani, oltre all’ospedale di Cuneo, potrebbe realizzare anche quello di Alessandria. L’unico problema per Abonante & C. è dove.
A questo proposito, e per l’ennesima volta, pubblichiamo un articolo di Guido Manzone, il grande giornalista mancato sei anni fa, firma di rilievo della nostra testata che, con la chiarezza e l’onestà intellettuale che lo contraddistinguevano, ha scritto quanto segue.
Nella foto, il sindaco post comunista Giorgio Abonante che si è rimangiato la parola data.

5 aprile 2013: “L’ospedale va bene dov’è, basta tangenti”
di Guido Manzone – Spinti da inestinguibile voracità sono nuovamente al lavoro i costruttori di macerie. Non essendo bastata l’illegale distruzione degli ottimi ponti della Cittadella e del Sanatorio, che non erano assolutamente da abbattere, ora vogliono trasferire l’ospedale civile, unica cosa che ad Alessandria funziona molto bene, che non è da trasferire. E vogliono farlo senza avere nemmeno i soldi per finanziare l’operazione. Ma l’essere impuniti nel loro nefando agire li fa credere furbi, inducendoli a confondere corruzione con intelligenza. Con la cupa pazienza dell’avvoltoio aspettano il momento opportuno agitando con le loro indegne zampe le nobili bandiere della salute e della vita dell’uomo, sotto la cui ombra si cerca di celare l’indegna intrapresa. Ma il male non può essere gestito da soli. Il farlo necessita della complicità delle vittime persuase, con false parole, ad agire in modo contrario al loro bene. Una città non è la somma di individui, ma una comunità che si riconosce in un insieme di valori condivisi. Sono proprio questi valori che occorre stravolgere e prostituire per piegare i molti al vantaggio di pochi. Questo agire spiega come, in regime democratico, la gestione del male sia divenuta sempre più costosa, privilegiando i grandi lavori che permettono grandi tangenti. Non è un caso che in questo periodo di crisi, gli appartenenti alla destra e alla sinistra piemontesi, come branchi di lupi affamati, si siano lanciati sugli ospedali con proposte contrarie agli interessi comuni.
[…] L’attuale ospedale di Alessandria sta benissimo dov’è. È ottimamente posizionato (a fianco un’ipotesi di ristrutturazione e adeguamento dell’attuale struttura che costerebbe infinitamente meno della realizzazione ex novo) da un punto di vista urbanistico e, trovandosi sulla circonvallazione, è nell’area più facilmente raggiungibile dell’intera città. A fianco c’è il gigantesco edificio vuoto dell’ex ospedale psichiatrico con vastissimi cortili e lasciato dolosamente inutilizzato proprio allo scopo di creare disservizi, con cui giustificare il trasferimento del vicino ospedale. Inoltre confinante, subito al di là della circonvallazione, vi è l’enorme estensione dei cosiddetti Orti del manicomio, in cui sarebbe possibile creare un gratuito posteggio riservato sia ai dipendenti che ai pazienti. Poiché è profondamente errato aspettare che la casa bruci prima di intervenire, chiediamo a tutti i cittadini di muoversi per impedire il truffaldino trasferimento dell’ospedale civile di Alessandria. Chiediamo pure che si tuteli con ogni mezzo quello che oggi è l’unico e solo orgoglio della città utilizzando per suoi eventuali ampliamenti ciò che già gli appartiene e nel contempo non solo si impediscano i tentativi di privatizzazioni regionali, ma si richieda alla Regione di saldare al più presto i suoi debiti con le nostre strutture sanitarie evitando sprechi di prestigio, come l’inutile e costosissimo grattacielo della Regione, questo sì da vendersi al più presto ai privati, essendo questa l’unica ed auspicabile forma di privatizzazione.

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