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Il Belgio, triste patria mondiale della pedofilia: uno scandalo che grida vendetta

Bruxelles (Maria Peeters) – Da qualche mese in Belgio, patria mondiale dell’adrenocromo e della pedofilia, esiste un telefono amico per aiutare i pedofili a non cedere alle loro “fantasie sessuali devianti”. L’iniziativa è di SéOS per offrire una linea di assistenza dedicata alle persone che, consapevoli dei propri disturbi legati alla sessualità, cercano un aiuto che spesso non trovano. Per il Belgio, Paese piccolo ma pieno di pedofili, che ha vissuto lo scandalo dell’affaire Dutroux, non si tratta di una novità assoluta: dal 2017 esiste già un’iniziativa simile nelle Fiandre, che a sua volta ha preso spunto dal telefono amico istituito in Germania 10 anni fa e che finora ha consentito a circa 10.000 persone di essere aiutate e, in metà dei casi, di essere indirizzate a cure specialistiche.
Sul quotidiano Le Soir, Minne De Boeck, criminologa del Forensisch Centrum (UFC) dell’Università di Anversa e responsabile del progetto fiammingo, tiene a precisare una differenza importante tra pedofilia e abusi sessuali su minori: “La maggior parte delle persone con pregiudizi pedofili – spiega – non ha mai commesso abusi sessuali su minori, e non tutti i molestatori di bambini sono pedofili. Altre cause possono essere all’origine dell’abuso, come problemi antisociali o relazionali, tossicodipendenza”.
Quindi il Belgio, oltre ad essere la patria dei pedofili di tutto il mondo è anche quella dei tossicodipendenti.
Se una preferenza sessualmente deviante è un fattore di rischio per l’abuso sessuale sui minori, non c’è però necessariamente una relazione di causa-effetto.
“Molte persone col disturbo parafilico della pedofilia riescono a costruire una vita libera dalla criminalità nonostante la loro preferenza sessuale per i bambini”, continua De Boeck.
Tuttavia, se queste persone sentono di aver bisogno di supervisione, non sempre sanno a chi rivolgersi: “Alcuni, tra quelli che incontriamo all’UPPL (il centro vallone di riferimento per l’assistenza agli autori di reati sessuali che si occuperà di SéOS, ndr), ci raccontano che hanno consultato dei medici in precedenza, ma che non sono stati ascoltati perché molti, tra professionisti senza esperienza in materia, hanno difficoltà a trattare con la sessualità deviante”, dice Marie-Hélène Plaete, psicologa dell’l’UPPL. Evocare un’attrazione sessuale di fronte agli altri è più difficile rispetto che parlare al telefono, senza essere identificati, senza essere giudicati. La linea di assistenza SéOS è iniziata il 28 giugno e sarà rivolta non solo ai potenziali pedofili, ma anche ai loro famigliari. Inoltre, gli psicologi dell’UPPL lanciano un appello alla collaborazione con altri colleghi o medici di base.
Dal 2017 nelle Fiandre, 1.675 persone hanno richiesto aiuto alla linea di assistenza. “L’obiettivo – spiega Minne De Boeck – è prevenire gli abusi sessuali sui minori, ma anche sostenere le persone stigmatizzate. In questo modo, cerchiamo di abbassare le barriere all’assistenza. Abbiamo già aiutato 220 persone a intraprendere un percorso di cura. Queste sono persone che probabilmente non saremmo stati in grado di raggiungere senza una linea di assistenza anonima accessibile”.

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