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La truffa del gas: con 600 mediatori commerciali italiani il prezzo è quattro volte il dovuto… ma non è colpa di Putin

di Renzo Riva – Il gas algerino è dei russi, da anni, e lo sarà in futuro, perché in Algeria perfora Gazprom con Sonatrach. Strano che nessuno se ne sia accorto e i giornali non ne parlino. Strane anche le missioni di Draghi ad Algeri. C’è dell’altro perché se il gas annualmente consumato in Italia è pari a mc 92 miliardi le transazioni commerciali ammontano a mc 360 miliardi, quattro volte tanto. Questo significa che dagli operatori commerciali di primo livello si passa al secondo e infine agli operatori finali. Ecco perché il gas raggiunge il costo esorbitante, frutto della speculazione. Per spezzare questa catena speculativa sarebbe sufficiente obbligare il principale importatore (l’Eni, società partecipata dallo Stato) a fissare il prezzo di vendita del gas sulla base dei prezzi di acquisto, pur sommandovi un adeguato profitto d’impresa. Si potrebbe inoltre inibire l’accesso al mercato a quanti (troppi) svolgono esclusivamente attività di intermediazione: si tratta di oltre 600 soggetti, tra grossisti, venditori e operatori misti. Ma questa decisione scontenterebbe quanti da anni in Italia speculano liberamente sul gas sotto il “monitoraggio” consenziente di Arera, ricavando margini che, secondo alcuni magistrati, vanno in parte a finanziare la politica.

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