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Da Gigi Cabrino – È alle porte una grave crisi alimentare?

Alla Cortese Attenzione del Direttore di Alessandria Oggi

Egregio Direttore,
L’inflazione corrente, conseguenza di una serie di circostanze quali l’aumento del prezzo delle materie prime in generale e dei costi energetici in particolare – situazioni non certo agevolate dalla situazione internazionale- rischia di portare a una particolare forma di crisi alimentare.
Non tanto perché si riscontra una mancanza materiale di risorse alimentari, quanto, piuttosto, perché l’erosione del reddito disponibile delle famiglie sta costringendo a limitare le spese per l’alimentazione, spese, quindi, non relative al “superfluo” ma all’essenziale.
Coldiretti ha osservato che, oltre a tre milioni di persone che sono già costrette a chiedere aiuto alle mense dei poveri o a ricorrere ai pacchi alimentari, aumentano a dismisura gli acquisti alimentari a basso costo, a discapito della qualità del cibo.
“Volano gli acquisti di cibo low cost coi discount alimentari che fanno segnare un balzo del + 9,7% nelle vendite in valore il più elevato nel dettaglio tradizionale”. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat nei primi nove mesi del 2022. “Il risultato dei discount – sottolinea la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità”.
Alla spesa alimentare è destinato circa il 20% del totale della spesa familiare per un valore medio stimato dalla Coldiretti pari a 520 euro al mese a famiglia nel 2022 per effetto dell’inflazione e dei rincari energetici. “Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.
Ci si sta interrogando da più parti se non sia il caso di rivedere il reddito di cittadinanza recuperando una parte dei 18/20 miliardi spesi per questa misura e istituire una sorta di “reddito alimentare” sostenendo le realtà del terzo settore che si occupano di aiuti alimentari alle famiglie.
Esistono proposte di petizione in questo senso in diverse piattaforme on line.
Forse è il momento di prendere in considerazione a livello istituzionale queste proposte prima che questi segnali si traducano in una vera e propria crisi sociale alimentare.

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