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Rivera e quei sei minuti che gridano ancora oggi vendetta

Alessandria (Max Corradi) – Chi ha la passione per il mondo del calcio e per le scommesse mondiali, sa perfettamente come ci siano delle storie che hanno segnato tutta un’epoca e delle partite che hanno fatto la storia. I Mondiali in Qatar si stanno avvicinando e, di conseguenza, è giusto parlare anche di tutti quegli aneddoti che sono legati alla rassegna iridata. Per la prima volta nella storia dei Mondiali, la competizione viene organizzata in prossimità delle festività natalizie e, come spiegato sul blog sportivo L’insider, ci sono tantissimi campioni per cui questo Mondiale rappresenterà l’ultima chiamata con la maglia della Nazionale. L’ultima occasione per vincere un trofeo come la Coppa del Mondo, l’ultima possibilità per scrivere una pagina di storia unica vestendo la casacca del proprio Paese.

I Mondiali in Messico del 1970
A proposito di storie particolari legate ai Mondiali di calcio, è impossibile, per qualsiasi appassionato di calcio nato ad Alessandria, di non avere nel cuore e nella mente quanto fatto da Gianni Rivera per questo sport.
Per un momento proviamo a fare ritorno all’edizione dei Mondiali che si disputò in Messico nel 1970. Una finale che vide l’Italia capitolare solo ed esclusivamente in finale, ma ciò che scaturì più polemiche e accese discussioni in Italia non fu tanto la sconfitta, quanto piuttosto il caso che riguarda Gianni Rivera e Sandro Mazzola. Quei famosi sei minuti di Rivera nell’ultimo atto della competizione che, in quell’anno, si è svolta in Messico.
La finale, come detto, venne vinta dal Brasile, con un dilagante punteggio di 4-1. Eppure, gli azzurri arrivarono a quell’appuntamento con grande entusiasmo e non certo battuti in partenza. C’era, però, un grosso problema nello spogliatoio degli azzurri, che riguardava in modo specifico l’eterno dualismo tra Rivera e Mazzola.
Il mister era Valcareggi, dotato di grande esperienza che, prima della rassegna iridata, mise in chiaro le cose. Ovvero, sottolineò come Mazzola e Rivera non avrebbero mai potuto giocare insieme. E, da quel momento, si verificò una vera e propria staffetta. Rivera era solito non entrare mai in campo a partire dal primo minuto. Infatti, era il primo sostituto di Mazzola ed entrava in campo non appena iniziava il secondo tempo.

Una staffetta che è diventata molto famosa
Dopo due match in cui la celebre staffetta è risultata decisiva, dal momento che sia Mazzola che Rivera si dimostrarono fondamentali sia nei quarti di finale contro il Messico, in cui l’Italia ebbe la meglio con il risultato rotondo di 4-1 e sia in semifinale, quando gli azzurri riuscirono ad avere la meglio rispetto alla Germania Ovest. Una delle partite più belle nella storia del mondo del calcio.
In pochi, però, sono a conoscenza del fatto che, in seguito a quel match, Mazzola si ribellò nello spogliatoio, chiedendo ai compagni che fossero d’accordo con lui, di schierarsi contro la staffetta. E i compagni in azzurro decisero di prendere posizione, schierandosi al fianco di Mazzola mettendo in evidenza come quest’ultimo fosse più utile alla squadra, dal momento che era in grado di sacrificarsi molto meglio in confronto a Rivera.
La staffetta, però, è terminata proprio sul più bello. Nella finale che ha visto l’Italia sfidare il Brasile, Mazzola rimase in campo per tutti i 90 minuti. Alla fine del primo tempo le due squadre erano ancora in parità, con le reti messe a segno da Boninsegna e Pelè. Poco dopo l’inizio del secondo tempo, ecco che tutti i tifosi azzurri si aspettavano l’ingresso in campo di Rivera, che purtroppo venne inserito solo negli ultimi sei minuti del match. E questa volta nemmeno l’ingresso sul terreno di gioco di Rivera poté cambiare le sorti dell’atto conclusivo dei Mondiali.

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