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Covid: vaccino solo per noi ma per loro no

di Giusto Buroni – L’obbligo vaccinale anti Covid è stato dichiarato legittimo dalla Corte Costituzionale e il Ministero della Salute ne era tanto sicuro che il giorno prima aveva lasciato che giornali e TG avvertissero: “Da oggi 1/12/2022 a un paio di milioni di Italiani non vaccinati (entro il 15 giugno scorso) potrebbe essere notificata la multa di 100 euro a suo tempo comminata”. Se la vicenda interessa ben 2 milioni di cittadini italiani (gli stranieri come sempre sono esenti, per motivi che non mi è dato sapere) mi sembra utile raccontare la mia personale esperienza. Io ho ricevuto la fatidica raccomandata AR addirittura il 15 ottobre scorso e ho iniziato immediatamente la mia personale (e purtroppo isolata) protesta, che non sarà presa in considerazione dalle Autorità non avendo basi ideologiche né politiche, ma “solo” sanitarie, come si vede dalla seguente email che ho inviato al Ministero della Salute: “Vi informo che non pagherò la sanzione di 100 euro, né altra sanzione successiva eventualmente collegata, perché l’infrazione sanzionata riguarda un provvedimento illegittimo (trattamento sanitario obbligatorio su libero cittadino italiano in pieno possesso delle facoltà mentali), ma soprattutto perché il trattamento imposto non assicura nemmeno in minima parte l’effetto promesso dal DL N.44 del 2021 al cittadino che si sottoponga al trattamento forzato: “…prevenzione dell’infezione da SARS Covid 2 agli ultracinquantenni…”. Infatti, nonostante le meschine e opinabili tardive precisazioni sul fatto che il vaccino prevenga almeno la malattia grave e il ricovero in ospedale, il mio rifiuto è giustificato dalle decine di migliaia di casi d’infezione he si sono verificate in Italia in cittadini (ultracinquantenni e anche fragili) che si sono sottoposti anche all’intero ciclo di 4 somministrazioni. Per vostra informazione e cultura, il sottoscritto, ultraottantenne con patologie cardiologiche, oncologiche e da ictus, non è mai stato infettato, come risulta da esame sierologico, né ha infettato altri, grazie a completa reclusione per tre anni, salvo le (complicate) uscite per ragioni mediche e farmacologiche, necessarie per vostri gravi disorganizzazione e irragionevoli protocolli” (si noti che il mio caso non risulta stranamente fra quelli presi in esame dalla Corte Costituzionale per decidere la legittimità del provvedimento). In pratica, con la massima cortesia, il Ministero della Salute da questo momento se ne lava le mani e scarica tutto sulle Aziende Sanitarie Regionali e loro diramazioni locali. E, appunto, non così tranquillo e cortese è stato l’incontro col “filtro” telematico della “ASL locale competente” Municipio 9 di Milano, cui ho inviato per e-mail la medesima corrispondenza: infatti l’e-mail è stata respinta al mittente per ben sette volte perché l’ufficio ASL con cui intendevo comunicare (Ufficio Protocollo) accetta solo Posta Certificata, che non ho, se l’oggetto riguarda in qualche modo la vaccinazione anti covid (tutti gli altri Municipi di Milano accettano di ricevere, non dico “leggere”, la posta normale e solo il Municipio 9 è irremovibile con chi non usa PEC). In questo modo non solo si vessano i cittadini, ma si impedisce loro di difendersi dalle vessazioni: un fulgido esempio di democrazia, del resto avvalorato dal ragionamento del Primario dello Spallanzani di Roma che, intervistato in proposito dal Corriere della Sera, avrebbe dichiarato: “Personalmente sono contrario all’obbligo vaccinale ma, visto che una legge dello Stato l’ha imposto agli Italiani democraticamente, è giusto che il cittadino italiano che trasgredisce si sottometta e paghi”. Una logica da vero Primario, che sta alla base di tutte le scelte prese dalla Sanità Italiana per “fronteggiare” la pandemia. La stessa logica che ho sentito adottata da molti illustri frequentatori di “talk show”, abilmente selezionati per non disturbare il Nuovo Governo che nel frattempo aveva sospeso ogni azione riguardante le sanzioni fino a fine giugno 2023, prolungando la “suspense” per questa ennesima farsa della “scienza medica italiana” (che lo stesso Nuovo Governo aveva promesso addirittura, e goffamente, di “ribaltare”). Spero che per decidere di annullare il provvedimento (senza bisogno di smentire la Consulta) i nuovi amministratori non abbiano bisogno di altri sette mesi, ma niente di ciò che si è visto nei primi due mesi induce all’ottimismo.

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