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La Germania tentenna sui Leopard per l’Ucraina

Berlino (Il Post) – Venerdì i rappresentanti di oltre 50 paesi riuniti alla Ramstein Air Base, una base aerea militare gestita dagli Stati Uniti nella Germania sud-occidentale, non hanno raggiunto un accordo per inviare carri armati da battaglia in Ucraina, ritenuti dal governo ucraino essenziali per difendersi dall’invasione della Russia e da una probabile nuova offensiva alla fine dell’inverno. La mancanza di un accordo ha varie cause, ma le principali sono state attribuite alla Germania, che dall’inizio della guerra in Ucraina ha in più occasioni esitato nel fornire armi e mezzi, mancando alcune promesse o mantenendole in sensibile ritardo suscitando l’impazienza dei paesi alleati che assistono l’esercito ucraino.
Nonostante le grandi cautele del suo governo, la Germania è uno dei principali fornitori di armi per l’Ucraina, ma le ultime esitazioni hanno concentrato nuovamente le attenzioni sul cancelliere tedesco Olaf Scholz (nella foto). Il mancato accordo sull’invio dei carri armati tedeschi Leopard 2, ritenuti importanti per le attività in alcune aree dell’Ucraina, impedisce di fatto ad altri paesi che dispongono di quei veicoli di inviarli all’esercito ucraino, perché la Germania che li produce deve autorizzare la loro riesportazione.
Dopo l’incontro di venerdì, il governo tedesco ha annunciato che effettuerà una revisione delle disponibilità di Leopard 2, in vista di una potenziale fornitura in futuro. La Germania vorrebbe legare però l’invio dei propri carri armati a forniture da parte degli Stati Uniti degli M1 Abrams, altri potenti carri armati. Secondo vari analisti, le cautele della Germania derivano almeno in parte dalla grande cautela con cui il paese gestisce le decisioni in ambito militare, dopo l’esperienza della Seconda guerra mondiale. Scholz ha più volte fatto riferimento alla necessità di esplorare tutte le opzioni possibili prima di ricorrere a ulteriori rifornimenti di armi e mezzi da guerra, in modo da evitare un’estensione del conflitto. Scholz non ha però mai spiegato nel dettaglio quali conseguenze teme di più, come ha ricordato Thorsten Benner, direttore dell’Istituto sulle politiche globali di Berlino: “Andare in Ucraina sarebbe un passo avanti significativo per questo tipo di carro armato, il sistema Leopard, e per questo [la Germania] vuole il massimo delle rassicurazioni dagli Stati Uniti. Deve girargli in testa qualcosa sulla possibilità che la Germania diventi un obiettivo di ritorsione per l’invio di questo tipo di carro armato tedesco, ma Scholz non ha mai detto che cosa sia”.

 

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