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A Milano è pronto il registro per il riconoscimento dell’identità alias, primo in Italia

Milano (Federico Fossati) – Il documento preliminare è stato approvato a Palazzo Marino la primavera scorsa e oggi sta per trovare la sua applicazione pratica. Il percorso del registro per il riconoscimento dell’identità alias e il genere di elezione, il primo in Italia introdotto da un’amministrazione comunale, è giunto quasi al termine e si pensa che potrebbero essere un migliaio le persone interessate nella città metropolitana di Milano (o,o3% della popolazione). Sono numeri piccoli ma il segnale politico è evidente. Si fa largo a chi è a disagio nel modo più semplice. Mia nonna che si curava dell’orto, diceva che per avere delle piantine perfette bisogna legarle a un bastoncino piantato per terra perché crescano dritte. Ciò per evitare che la pianta di pomodoro si sdrai, o peggio si spezzi sotto al peso dei frutti, per cui è molto importante predisporre dei sostegni. Basta un semplice paletto verticale infisso nel terreno, ma in molti casi è meglio costruire strutture più articolate. L’importante è garantire che la pianta stia eretta e ben soleggiata in ogni sua parte. Inoltre bisogna legare il fusto del pomodoro durante la crescita.
Penso che, se da un lato sono importanti i pomodori, dall’altro non sembrano essere altrettanto importanti gli esseri umani, poiché invece di educarli per bene e curarne una crescita psicofisica normale, li si asseconda in deviazioni adolescenziali piuttosto frequenti, ma non per questo giuste. Ma Monica Romano (foto a destra), la consigliera comunale, prima transgender eletta a Palazzo Marino, promotrice della mozione, è convinta che sia indispensabile l’introduzione del registro entro la prossima primavera. Lo strumento è indirizzato alle persone transgender e l’ambito di applicazione dell’identità alias sarà quello comunale: dalle tessere delle biblioteche rionali, agli abbonamenti Atm, fino ai badge per i dipendenti del Comune. Per questi documenti, gli iscritti al registro potranno avvalersi della nuova identità di genere.
Ma anche le scuole possono introdurre la cosiddetta “Carriera Alias” e il cambio di nome in venti istituti superiori è già una realtà
A “tenere i conti” è Agedo, l’associazione dei familiari di persone Lgbt+, che mantiene aggiornato l’elenco degli istituti. In Lombardia sono una ventina, la metà dei quali si trova nel milanese. L’istituto Frisi è stato tra i primi a introdurre il regolamento nell’ottobre del 2021, seguito pochi mesi dopo dal liceo classico Cairoli di Varese. Nel tempo sono arrivate le altre scuole: dal liceo artistico di Brera al Virgilio, dallo scientifico Volta all’Educandato Setti Carraro, passando per il liceo artistico Caravaggio e il professionale Cavalieri. Ogni scuola adotta un suo regolamento, ragione per cui è facile trovare differenze. All’artistico di Brera, per esempio, per poter attivare la Carriera Alias è necessario aver intrapreso almeno un percorso psicologico per la transizione di genere, requisito non necessario altrove, per esempio al Virgilio.
La proposta di introdurre il regolamento arriva nella quasi totalità dei casi dagli studenti, ma generalmente trova l’appoggio dei dirigenti scolastici, che in alcuni istituti concedono anche la creazione di bagni no gender. Gli ultimi due sono stati realizzati al liceo scientifico Vittorini: gli studenti li hanno progettati nell’ambito di un progetto Pcto, l’ex alternanza scuola-lavoro. La Carriera Alias, già presente in diverse università milanesi, lo scorso novembre è stata introdotta anche allo Ied, Istituto europeo di Design.

Foto di testa tratta da Luce.lanazione.it

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