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Il mondo al contrario del Soggiorno Borsalino: per la gestione dell’Ente vince la gara chi non ne ha diritto e perde il creditore

Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e, mio malgrado, devo tornare sulla vicenda del Soggiorno Borsalino, la più importante Istituzione Pubblica Sociale di Alessandria che, in una gara, ha ceduto la gestione a una cooperativa con la quale non aveva rapporti, mentre ha escluso dalla gara (?) la cooperativa creditrice (2,5 milioni di euro).
A questo punto è lecito porsi delle domande, quali:

  1. è vero che nella prima fase della gara internazionale che ha concesso in gestione la Casa di Riposo c’erano due proposte di canone d’affitto quarantennale, una di 800.000 euro all’anno e una di 350.000 euro all’anno ed è stata scelta a base d asta l’offerta più bassa con un sicuro minore introito di 18.000.000 di euro per le casse dell’ente?
  2. È vero che ha vinto la Cooperativa sociale che aveva fatto la proposta più svantaggiosa finanziariamente essendo stata esclusa per motivi formali l’altra, in modo che la sua busta con l’offerta non sia stata nemmeno aperta evitando la gara?
  3. È vero che la Casa di Riposo ha debiti complessivi per oltre 6 milioni di Euro e che fra questi ci sono oltre due milioni di euro non pagati proprio alla Cooperativa sociale esclusa che avrebbe fatto l’offerta migliore, fra l’altro sufficiente a ripagarsi a garanzia anche delle banche per le rate dei mutui ancora dovute, e che sarebbero avanzati soldi che avrebbero potuto essere destinati ai cittadini poveri, magari calmierando le rette?
  4. È vero che a causa di tutto ciò la Ditta creditrice ha in corso le procedure per pignorare almeno 6 anni di affitti , cosa che porterà le banche e gli altri creditori a non essere pagati, col conseguente disastro che tutti immaginano?
  5. È vero che lo stesso studio legale che ha seguito e organizzato questa funesta vicenda adesso ha il compito di trattare con le banche una qualche soluzione? Quale?
  6. Lo studio legale che ci ha diffidati (lo Studio Dal Piaz di Torino) ci diffiderà di nuovo per questa faticosa inchiesta giornalistica per tentare di impedirci di fare il nostro mestiere.

Noi facciamo solo i cronisti, che è quello che sappiamo fare. Non facciamo i giudici e nemmeno i principi del foro ma, da cronisti, ci poniamo domande che attendono risposta. Poi si vedrà.
E io pago.

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