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Ciclismo col Covid

di Giusto Buroni – Ormai convinti a obbedire disciplinatamente alla “Scienza”, i cittadini di tutte le Nazioni sono ansiosi di sapere dalle Autorità Sanitarie (e dai giornali) se la Pandemia “si deve” considerare conclusa il 30 aprile, come predetto e “prescritto” dal Governo (e anticipato ormai da molti organi di stampa). Negli ospedali (e nelle chiese), dove ci si aspetterebbe il massimo rigore, da molti mesi sono sparite mascherine e tamponi: primari (e Curie) chiudono un occhio. Però domenica scorsa 23 aprile alla Liegi-Bastogne-Liegi di ciclismo sono stati bloccati alla partenza alcuni corridori professionisti “risultati positivi al Covid test”. Di altre esclusioni per lo stesso motivo si parla per il prossimo Giro d’Italia in partenza il 6 maggio, ma queste notizie rimangono circoscritte alle pagine sportive. È possibile sapere, magari privatamente, se c’è un coordinamento tra le Autorità Sanitarie Sportive e le Autorità Sanitarie Nazionali? A quali delle due, oltre che al calendario, “deve sottostare” la Pandemia, secondo la Scienza?

 

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