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I Partigiani non cantavano, tanto meno Bella Ciao che era la canzone delle mondine

di Andrea Guenna – Con tutto il rispetto, occorre porre un argine alle panzane che circolano in “quantità industriale” sulla guerra di liberazione, altrimenti, a forza di sentirle e raccontarle, finiamo per crederci e smarriamo il senso della realtà. In attesa di ricevere spiegazioni dall’Anpi sul fatto che, dopo l’otto settembre ’43, i partigiani hanno fatto finta di non vedere i massicci bombardamenti a tappeto degli Angloamericani (i cosiddetti Alleati) sull’Italia, che hanno causato la morte di circa 100.000 innocenti (vecchi, donne e bambini) come è successo anche qui da noi ad Alessandria nel 1944 mentre uscivano da messa (ma noi inauguriamo targhe commemorative per un brasiliano che pilotava un bombardiere degli americani – sempre loro – sorvolando la nostra città nell’aprile 1945; per fare cosa, del turismo? Giustamente abbattuto dalla nostra contraerea: a destra la vergognosa lapide al liceo scientifico Galilei), ci preme invitare quegli studenti scansafatiche (nel senso che bisogna studiare per non dire sciocchezze e sbraitare in piazza) a documentarsi invece di cantare Bella Ciao a ogni pie’ sospinto. Ragazzi, cari ma ignoranti, dovete sapere che i partigiani, essendo degli imboscati, facevano silenzio e, men che meno, cantavano inni, altrimenti i tedeschi – che avranno tutti i difetti del mondo, ma non sono scemi e sono degli eccellenti soldati – li avrebbero beccati subito e arrestati. La verità è che Bella Ciao era la canzone della mondine emiliane. Una canzone semplice e orecchiabile che i partigiani non conoscevano affatto per cui non potevano cantarla. L’ha cambiata nel dopoguerra Enzo Biagi (giornalista fascista come, fra i tanti, Giorgio Bocca ed Eugenio Scalfari, salvo poi voltare gabbana per portare a casa la “ghirba”) modificandone il testo.
La canzone originale era un’altra e noi ve la proponiamo nel video.
Così, per la precisione. Perché è meglio essere antipatici ma precisi, che simpatici ma bugiardi.

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