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Il convegno Anaste ha sollevato il problema della forte partecipazione della mafia nelle Rsa

Alessandria – Martedì 6 giugno alla Taglieria del Pelo, messa a disposizione dal Comune di Alessandria, s’è svolto un affollato convegno di studio organizzato da Anaste Piemonte con la collaborazione delle deputazioni provinciali di Confcommercio Salute e Cura e della stessa  Anaste. Il Tema, relativo alle nuove normative sull’assistenza socio sanitaria e al ruolo delle RSA – settore dimenticato come più oratori hanno ribadito – è stato ampiamente sviluppato in primis dal dottor Michele Assandri presidente regionale Anaste dal punto di vista legislativo,  dall’avvocato Massimo Grattarola del Foro di Alessandria, da quello giuslavoristico dalla dottoressa Roberta Cazzullo presidente della  commissione politiche sociali del Comune di Alessandria in ragione del ruolo dell’Ente Locale finanziatore di ultima istanza dei servizi alle fasce deboli, e dal dottor Massimo Secondo presidente della Coop Sociale Punto Service fra le più grandi d’Italia, sulle problematiche delle Imprese Sociali vittime spesso di concorrenza e di dumping da parte di realtà non sempre allineate alle regole di mercato (quelle  private con lavoratori non contrattualizzati e quelle pubbliche spesso sorrette dagli aiuti impropri dei bilanci pubblici). È seguito un vivace dibattito con interventi di numerosi rappresentanti di aziende del Terzo Settore (erano presenti in sala rappresentanti di almeno 10.000 posti letto in Piemonte e in Italia) e dello stesso Presidente Regionale di Confcommercio Salute architetto Gaetano Dieni che ha auspicato l’unità di tutta la categoria degli imprenditori privati delle RSA in gravissime difficoltà per gli esiti di tre anni di pandemia, per i costi aumentati del 20% per l’inflazione e l’assoluta assenza di aiuti pubblici, nonostante le RSA abbiano svolto un ruolo di supplenza allo Stato e lo stiano svolgendo tuttora. Particolarmente duro l’intervento di conclusione del vice presidente di Anaste Piemonte dottor Fabio Tirelli (nella foto) che ha attaccato il fenomeno dell’abusivismo nell’assistenza agli anziani non autosufficienti (si parla di 200.000 posti letto non registrati come tali in Italia) e della presenza della malavita organizzata come socio occulto di molte imprese del Settore (anche al Nord), con i rischi evidenti di legalità e di distorsione del Mercato. L’Anaste nazionale rappresenta quasi 400 aziende associate, trentamila ospiti assistiti direttamente e quindicimila operatori contrattualizzati. Con alle spalle questi numeri e la responsabilità di rappresentare milioni di italiani coinvolti nelle cure di lungo termine, Anaste, l’Associazione Nazionale delle Strutture Territoriali e per la terza età che rappresenta RSA, strutture residenziali e servizi di assistenza domiciliare, rivendica un ruolo di primo piano nelle strategie legate al mondo degli anziani non autosufficienti nel nostro Paese ed è pronta ad assumersi maggiori responsabilità operative. Ecco in sintesi le proposte che Anaste ha presentato al governo e ai territori, dibattute al convegno di Alessandria e in tutta Italia:

  1. adeguamento delle risorse destinate alle cure ai malati anziani cronici almeno al livello degli altri paesi europei;
  2. attribuzione delle competenze del nuovo sistema nazionale assistenza anziani al ministero della salute, onde garantire il diritto alle cure, costituzionalmente garantito, nell’ambito del SSN, escludendo incertezze riguardanti la variabilità del sistema di finanziamento dei servizi sociali;
  3. contrasto alla applicazione della L118/2022 (decreto concorrenza) al settore, in quanto tale ipotesi è espressamente vietata dalla direttiva comunitaria di riferimento;
  4. impegno a rendere omogenei, nelle diverse regioni, criteri di valutazione della disabilità e dei livelli di assistenza, onde poter individuare corrispettivi per le rette di degenza congrui e trasparenti;
  5. potenziamento della capacità operativa delle Rsa inserendo, nelle Regioni che ancora non lo prevedono, la figura del medico responsabile, con funzioni organizzative ma anche di cura degli ospiti, e ampliarne il raggio di azione;
  6. realizzazione della “RSA dei servizi”, in grado di gestire centri diurni, e anche attività esterne, come l’assistenza domiciliare, la telemedicina e il supporto psicosociale, coprendo l’intera gamma di servizi al territorio con la sua equipe specializzata;
  7. inserimento delle Rsa nei sistemi informatizzati delle Asl/Ospedali, onde poter individuare in tempo reale i posti letto disponibili, favorendo dimissioni tempestive dai reparti ospedalieri.

Per approfondimenti: https://www.anaste.com/anaste-a-convegno-confronto-e-proposte-sulla-riforma-dellassistenza-territoriale-per-la-non-autosufficienza

 

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