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Soggiorno Borsalino sommerso dai debiti: sarà pignorato e venduto e chi s’è visto s’è visto

Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e la vicenda del Soggiorno Borsalino che, a differenza di altre, abbiamo seguito e seguiamo con occhio attento, assume ogni giorno che passa risvolti grotteschi e sempre più inquietanti. Vediamo di mettere in fila i fatti:

  1. la storica Residenza di Corso Lamarmora, circa 180 posti letto, è stata ceduta a privati nonostante che la Regione Piemonte e la stessa Unione Europea (dai tempi dell’Alluvione del ’94, fino al 2020 circa) abbiano investito a fondo perduto almeno 3 milioni di euro di denaro pubblico cioè nostri per almeno 40 anni, cioè praticamente per sempre;
  2. la città, tramite la Struttura Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza, ha perso per come questa gara è stata condotta (si attende ancora l’esito dei ricorsi alla Magistratura Amministrativa ma, si sa, i tempi saranno molto lenti) ha perso almeno 14 milioni di Euro, in quanto è stata scelta con una procedura farraginosa l’offerta meno conveniente dal punto di vista economico;
  3. ormai l’Ipab Borsalino priva di ogni entrata passata al privato vincitore (la piccola Cooperativa il Gabbiano) si trova con 4 milioni di euro da restituire al precedente gestore, la Coop Sociale Punto Service di Vercelli – creditrice milionaria del Borsalino – la terza per dimensioni in Italia che, pure, era interessata alla gara ma che è stata fatta fuori per motivi formali.
  4. L’Ipab Borsalino ha più di 2 milioni di debiti con le banche (oltre a quelli con Punto Service) che, ovviamente, non potrà restituire in quanto l’unica forma di entrata – l’affitto della Coop. Gabbiano – è stata pignorata ovviamente dalla stessa cooperativa creditrice che impiegherà a rientrare del suo credito circa 15 anni, una follia;
  5. le banche, una delle quali è socia dell’Ipab tramite la fondazione Cassa di Risparmio che esprime direttamente il Presidente del Borsalino, il dottor Maconi, si trova a essere al contempo debitrice e creditrice di se stessa, per cui qualcuno dovrà prima o poi pignorare l’immobile che gli fu dato in garanzia per i mutui, facendo saltare l’affitto e la stessa Ipab.

Forse dove c è la storica struttura, dove abbiamo avuto i nostri avi i nostri nonni e genitori ricoverati per anni e anni, spunteranno dei garage o dei residence, a tutto vantaggio delle altre case di riposo locali o di qualche gestore abusivo di posti letto per anziani. Ma chi ha permesso e permette tutto ciò? Il Comune, che pur esprime un consigliere, ha sempre taciuto venendo meno alla sua funzione di controllo (sia la vecchia che la nuova Giunta). La Regione non s’è mai interessata di questo disastro, pur essendo l’Ente erogatore dei contributi che prevedevano l’obbligo di continuità nella gestione (ma loro voglio fare a tutti i costi un nuovo quanto inutile ospedale e di queste pinzillachere non gliene frega un tubo). L’unica speranza è la Magistratura, alla quale – si dice – prima o poi qualcuno si rivolgerà. Ma intanto di quello che succede nelle mura della Casa di Riposo nulla si sa: quanti ospiti ci sono, qual è il tasso di rotazione fra ingressi e uscite, quanto sono le rette, e questo è il fatto più doloroso. E chi ci perde è la città e i suoi cittadini fra i più anziani d’Italia.
E io pago

 

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