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Da Gigi Cabrino – A proposito del nuovo ospedale di Alessandria

Il sindaco di Alessandria e l’assessore regionale alla sanità sono intervenuti, a margine di un incontro all’ospedale di Alessandria, sul tema del nuovo ospedale.
“Si è iniziato un percorso in commissione – ha spiegato Abonante – ho proposto una delibera di consiglio, al testo principale sarà allegata la relazione tecnica dei nostri uffici. Entro due settimane al massimo si concluderà questo percorso col voto in consiglio comunale. Poi il documento che conterrà le quattro aree (Orti, Borsalino, Pam e Cristo) sarà consegnato alla Regione che sceglierà liberamente l’area”.
“I tempi sono compatibili rispetto alle scadenze – ha rassicurato l’assessore Icardi – appena riceveremo la delibera con la documentazione tecnica la passeremo ai nostri uffici per fare tutte le valutazioni comparative del caso, così da avere una comparazione puntuale su più criteri, come è avvenuto in molte altre aree del Piemonte”.
Non possiamo non porci alcune domande dal momento che dal futuro dell’ospedale di Alessandria dipenderà la sorte degli ospedali dei centri minori della provincia.
Innanzitutto si nota che l’ipotesi di raddoppiare l’attuale struttura con il recupero dell’ex psichiatrico, da più parti avanzata, non è contemplata.
L’assessore regionale dice che siamo nei tempi; non è ancora stata decisa l’ubicazione, non c’è un rigo di matita di inizio di progetto, sull’eventuale finanziamento dell’opera ci sono ipotesi e niente più; il tutto a meno di un anno dalla fine del mandato di questa amministrazione regionale; con ogni probabilità l’attuale assessore non sarà più in carica anche in caso di permanenza al governo regionale dell’attuale schieramento di centrodestra.
Col dovuto rispetto per la politica locale e regionale non credo che sia capace di fare partire qualcosa di tanto grandioso come un ospedale realizzato ex novo in meno di un anno, dal momento che non è in grado di garantire tempi di attesa “umani” nella sanità pubblica.
Dati citati da UGL Salute, sindacato non certo ostile all’attuale maggioranza di governo regionale e centrale, mostrano come “per visite specialistiche di classe U, che andrebbero garantite entro 72 ore, si debba aspettare circa 60 giorni”.
Chi non riesce a garantire in due mesi presentazioni che andrebbero erogate in 72 ore può avviare la costruzione di un nuovo ospedale di cui mancano ubicazione, progetto e finanziamento, in meno di un anno?
E poi un’altra domanda: chi lavorerà in questo ipotetico nuovo ospedale? Qualcuno di coloro che ad Alessandria e Torino discutono sul nuovo ospedale nel nostro capoluogo si è accorto che dalla sanità pubblica medici ed infermieri scappano per andare verso occupazioni meglio remunerate e più attrattive?

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Da Gigi Cabrino – A proposito del nuovo ospedale di Alessandria

Il sindaco di Alessandria e l’assessore regionale alla sanità sono intervenuti, a margine di un incontro all’ospedale di Alessandria, sul tema del nuovo ospedale.
“Si è iniziato un percorso in commissione – ha spiegato Abonante – ho proposto una delibera di consiglio, al testo principale sarà allegata la relazione tecnica dei nostri uffici. Entro due settimane al massimo si concluderà questo percorso col voto in consiglio comunale. Poi il documento che conterrà le quattro aree (Orti, Borsalino, Pam e Cristo) sarà consegnato alla Regione che sceglierà liberamente l’area”.
“I tempi sono compatibili rispetto alle scadenze – ha rassicurato l’assessore Icardi – appena riceveremo la delibera con la documentazione tecnica la passeremo ai nostri uffici per fare tutte le valutazioni comparative del caso, così da avere una comparazione puntuale su più criteri, come è avvenuto in molte altre aree del Piemonte”.
Non possiamo non porci alcune domande dal momento che dal futuro dell’ospedale di Alessandria dipenderà la sorte degli ospedali dei centri minori della provincia.
Innanzitutto si nota che l’ipotesi di raddoppiare l’attuale struttura con il recupero dell’ex psichiatrico, da più parti avanzata, non è contemplata.
L’assessore regionale dice che siamo nei tempi; non è ancora stata decisa l’ubicazione, non c’è un rigo di matita di inizio di progetto, sull’eventuale finanziamento dell’opera ci sono ipotesi e niente più; il tutto a meno di un anno dalla fine del mandato di questa amministrazione regionale; con ogni probabilità l’attuale assessore non sarà più in carica anche in caso di permanenza al governo regionale dell’attuale schieramento di centrodestra.
Col dovuto rispetto per la politica locale e regionale non credo che sia capace di fare partire qualcosa di tanto grandioso come un ospedale realizzato ex novo in meno di un anno, dal momento che non è in grado di garantire tempi di attesa “umani” nella sanità pubblica.
Dati citati da UGL Salute, sindacato non certo ostile all’attuale maggioranza di governo regionale e centrale, mostrano come “per visite specialistiche di classe U, che andrebbero garantite entro 72 ore, si debba aspettare circa 60 giorni”.
Chi non riesce a garantire in due mesi presentazioni che andrebbero erogate in 72 ore può avviare la costruzione di un nuovo ospedale di cui mancano ubicazione, progetto e finanziamento, in meno di un anno?
E poi un’altra domanda: chi lavorerà in questo ipotetico nuovo ospedale? Qualcuno di coloro che ad Alessandria e Torino discutono sul nuovo ospedale nel nostro capoluogo si è accorto che dalla sanità pubblica medici ed infermieri scappano per andare verso occupazioni meglio remunerate e più attrattive?

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