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Grigi: les jeux sont faits e… speruma ben

In questi ultimi mesi, rispetto alla galassia Alessandria Calcio, sono avvenuti passaggi determinanti per la storia della maglia Grigia. E lo diciamo senza appellarci alla mozione dei sentimenti, tanto cara a coloro che, grazie a quelli, si riempiono la bocca (e ci triturano le palle). Proviamo a ricostruire certi passaggi. Due personaggi, che in comune sembrano non avere nulla (Benedetto e Pedretti), acquisiscono da Di Masi il Club mandrogno e si spartiscono le quote di proprietà: 60% al primo e il 40% al secondo. Il primo, già durante le trattative, forse perché privo di risorse importanti, intravvede la possibilità di poter contare su un possibile contributo finanziario in arrivo dalla costituenda associazione di tifosi che si è pubblicamente impegnata a raccogliere fondi e sponsor per poi fare il suo ingresso trionfale nella compagine proprietaria. Quei soldi garantirebbero al neopresidente le risorse per far fronte alla capitalizzazione della sua quota, compresa l’iscrizione e magari un po’ di denaro fresco per affrontare le prime spesucce. Per quel che riguarda invece i vecchi impegni assunti dalla proprietà precedente Di Masi ha lasciato sul conto corrente della Società un robusto tesoretto destinato a pagare stipendi, contributi ai dipendenti e i fornitori. Inutile dire che i calcoli immaginati da Enea saltano come tappi di un Prosecco dozzinale perché IdealeGrigio, la mitica associazione di tifosi, si sgonfia come un sufflè di zucchini e il mentore Gigetto Gastini, col suo braccio operativo Laudicino, nonostante l’entusiasmo carpito ai gonzi (le vere vittime), si dileguano notte tempo. A quel punto Benedetto adotta il Piano B: tentare di usare i fondi del tesoretto destinato ad altro, per garantire la fideiussione da portare in Lega. Il suo tentativo fallisce miseramente perché non può essere emessa una fideiussione garantita dal garantito. Nel frattempo il mitico Enea, dopato dalla sua implacabile vanità scatenata non appena ha guadagnato il centro della scena, comincia a contattare cani e porci per trovare collaboratori e risorse senza però risolvere davvero i problemi. Per il socio gallico minoritario la misura è colma (oltre un mesetto fa) e si chiama fuori dai giochi, e lo comunica al Sindaco Abonante. Poi la svolta: pochi giorni prima del termine per l’iscrizione (sempre troppo tardi) Enea comunica al Primo Cittadino di non poter ottemperare alle condizioni per l’iscrizione (leggi fideiussione, perché agli stipendi e accessori ha provveduto il tesoretto lasciato di Di Masi). Abonante in extremis consulta il riottoso Pedretti il quale accetta di tornare e produce, seppur in ritardo, la famosa fideiussione (ecco perché l’iscrizione è stata in bilico fino alla fine). Per cui siamo stati iscritti solo grazie all’iniziativa di Abonante che ha “recuperato” Pedretti. La condizione che ha posto il socio di minoranza per il suo rientro è stata quella di “contenere” il socio. Per farlo è prevista la cessione da parte di Enea della sua quota maggioritaria a favore del socio francese. La proposta è stata accettata obtorto collo (senza la fideiussione il club del quale lui è il maggior azionista sarebbe una scatola vuota), ma Enea insiste perché i due soci abbiano almeno pari dignità. Risultato: i due proprietari, che non si parlano da mesi, in caso di diatriba, disponendo del 50% a testa, potrebbero paralizzare l’operatività del club ad ogni respiro. Si rende così indispensabile ricavare una quota societaria minima da affidare a un terzo con funzione di “ago della bilancia” e sarà il Sindaco a indicarlo. I tifosi invece sono in fermento perché, passata la strizza della mancata iscrizione, si aspettano di veder costruire un organico vincente. Purtroppo inviterei questi inguaribili ottimisti a prendere atto che, dopo due mesi di “duro lavoro” di Enea e a quindici giorni dalla data di un possibile ritiro precampionato, Enea ha disfatto quel poco di struttura societaria che c’era senza sostituire i dimissionati con personale all’altezza e senza integrare i ruoli scoperti. A oggi non c’è un sito per fare il ritiro, non c’è un team manager per organizzare le cose, non è ancora previsto un calendario per le visite mediche obbligatorie dei giocatori, non c’è un pullman a disposizione, non ci sono alloggi in grado di ospitare i ragazzi e dubitiamo che i campi e gli spogliatoi del Centro Michelin siano pronti per essere utilizzati visto che ospitano i Centri Estivi e, soprattutto, dubitiamo che la Segreteria generale sia a oggi già operativa per ufficializzare gli eventuali movimenti di mercato. Ciò detto c’è chi adesso, in perenne trance onirica, si chiede invece di chi sarà il nuovo centravanti o il terzino sinistro titolare. Per affrontare un campionato come il nostro bisogna partire dalle fondamenta e, secondo voi, Benedetto è in grado di organizzare e dirigere una società professionistica con una parvenza di efficienza, il tutto senza la credibilità del sistema calcio e con risorse proprie tutte da verificare? Vorremmo sapere se Di Masi, cacciato dalla folla perché non impegnava più i 5 milioncini a stagione per farci divertire, potrà essere sostituito da un Enea qualunque il quale dovrebbe garantire un simile investimento annuo per soddisfare la bulimia di certo tifo. Lui, che non è stato in grado di produrre neppure una fideiussione dal costo infimo se paragonato al budget annuale ideale per certi tifosi? Cambiamo argomento: dopo la tragica figura fatta venerdì sera da alcuni nostri giornalisti riguardo la fake news della mancata iscrizione del club, poi smentita dai comunicati ufficiali, facciamo due precisazioni. La prima: possibile che certi giornalisti godano ancora di ascolto presso la tifoseria dopo tutte le bufale che hanno scritto e le diffide che hanno raccolto da altri media e che noi abbiamo anche pubblicato? Secondo: ma proprio da un giornalista che tiene corsi per insegnare deontologia professionale ad altri suoi pari è lecito aspettarci che proprio costui dia notizie anticipate da altri media senza citarne la fonte e, soprattutto, senza aver esercitato un minimo di controllo sulla loro veridicità? Meno male che a difendere l’indifendibile ci ha pensato il suo premuroso fidanzato che, attraverso i social, ci ricorda la banalità secondo la quale, in fondo, “capita a tutti di sbagliare”. Certo, cuore di panna, capita a tutti di sbagliare, ma quanti sono quei moralisti che parlano bene e razzolano male, magari facendosi poi scudo della “signora maestra”? A proposito: dopo che sempre il solito noto ha tentato a più riprese di delegittimare Enea davanti ai tifosi (sai che impresa!) siamo in attesa della sua tripla capriola carpiata per diventare culo e camicia con la nuova proprietà. Aspettiamo che questo giornalista in modalità circense, dopo il suo numero funambolico, atterri sulla pista gridando a tout le monde “et voila, le jeux son faits”, e così un altro presidente sarà preso al cappio. Arriverà mai per certa gente il momento del “rien ne va plus?” Non ne siamo convinti e, anzi, prevediamo che, dopo aver sbeffeggiato Enea al suo arrivo per la sua storia calcistica personale inquietante, anche buona parte del tifo organizzato si compatterà quanto prima con la nuova proprietà. Contro il buon senso sono bastate infatti un paio di dichiarazioni costruite a tavolino del neo presidente accompagnate da alcune sue foto tipiche del guitto che promuove la sua immagine per cancellare i 4 mesi passati dai tifosi a prenderlo per i fondelli.

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