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Durante il trasferimento un detenuto rompe tutto e mangia i pezzi

Alessandria – Ieri pomeriggio, su un furgone blindato diretto dal carcere di Vercelli al carcere di Ferrara, un detenuto slavo, che era a bordo, passando da Alessandria, ha iniziato a dare in escandescenze. Gli agenti di custodia del Carcere di Vercelli che erano a bordo, sono dovuti intervenire con forza per fermarlo. Sembrava impazzito: rompeva tutto per poi mangiarne i pezzi.
“È stato un incubo per i nostri colleghi, vittime di una folle violenza e di una aggressività delinquenziale incredibile – spiega Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Il detenuto, durante il viaggio, ha dato improvvisamente in escandescenze, anche se già prima di partire aveva mostrato un atteggiamento ostativo e aggressivo. Ha cercato di fuggire aggredendo i poliziotti. All’altezza di Alessandria – ha continuato Santilli – ha iniziato a sbattere violentemente la testa contro le sbarre della cella interna al furgone della Polizia Penitenziaria che la stava trasportando. Si è inizialmente calmato ma poi ha iniziato a distruggere tutto, mangiando anche i pezzi di plastica e ferro di ciò che aveva rotto, tentando di impiccarsi con i cavi delle telecamere interne e aggredendo i poliziotti per fuggire. Una scena folle e surreale, che ha costretto la scorta a chiedere il supporto della Polizia stradale e del personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Voghera, i più vicini al luogo dove era arrivata la scorta”.
Alla fine il furgone per il trasferimento dei detenuti è arrivato semidistrutto a destinazione. Santilli spiega: “Il detenuto è stato poi portato all’ospedale di Voghera, dove è stato accertato l’ingerimento di corpi estranei frutto della sua folle violenza, ma dimesso per proseguire il trasferimento a Ferrara, durante il quale ha comunque proseguito nel dare testate e farsi del male. La scorta è poi arrivata a destinazione, ma il furgone della Polizia Penitenziaria era distrutto per le migliaia di euro di danni e si è reso necessario un altro mezzo per riaccompagnare i colleghi. È folle tutto ciò: questo fa capire come lavorano e con chi hanno a che fare i nostri poliziotti in servizio! Alle istituzioni chiediamo leggi più rigorose per chi altera ordine e sicurezza nelle carceri. Così non si può andare avanti. Chiediamo l’applicazione dell’articolo 14 bis”
Solidarietà e vicinanza alla scorta di Polizia Penitenziaria del Reparto di Vercelli arriva anche da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “La situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. Capece denuncia le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri liguri e piemontesi: “Agenti che sono sotto organico, non retribuiti adeguatamente, con poca formazione e aggiornamento professionale, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio, con mezzi di trasporto dei detenuti spessissimo inidonei a circolare per le strade del Paese, fermi nelle officine perché non ci sono soldi per ripararli o con centinaia di migliaia di chilometri già percorsi”.

 

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