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L’Alessandria Calcio e l’eterna Eneide

Mentre Simone Sini scappa e firma con il Monterosi, e Mauro Guaraldo sarà il mister della Primavera 2 che, nonostante quello che scrivono i soliti noti, non sarà affidata all’ex calciatore grigio Gazzi, oggi volevo scrivere solo della possibilità che la corte dei vari Gastinini, Laudicini, Ronnini e anche del Presidente del locale Ordine dei Commercialisti ragionier Frascarolo, ideatori dell’Associazione Ideale Grigio, si trasferisca armi e bagagli in quel di Fermo, cittadina marchigiana. Lì infatti è in atto un’iniziativa simile a quella nata qui due mesi fa. Le persone che laggiù hanno preso a modello Ideale Grigio per dotare la Fermana di un azionariato diffuso sono a noi sconosciute. Conosciute a memoria invece le frasi vuote usate oggi da costoro per far conoscere le loro motivazioni (ufficiali) e gli obiettivi (quelli confessabili): parole e perifrasi identiche a quelle utilizzate qui per mesi da certi pennivendoli nostrani che ci hanno triturato gli zebedei pur di pompare l’iniziativa che, già all’esordio, faceva acqua da tutte le parti. Certo che se a Fermo riuscissero in un’impresa che qui da noi è morta nella culla, dovremmo seriamente pensare di far diventare il Mocca uno stadio per l’hockey su ghiaccio. Curioso poi notare che gli unici momenti “felici” di Enea, almeno da Presidente dei Grigi, oltre naturalmente ai fine settimana in Costa Azzurra, sono stati regalati da due giornalisti mandrogni coi loro sfondoni (leggi: l’annuncio, poi ritrattato, della mancata iscrizione del club al campionato, e la storiaccia dei giocatori campeggiatori nottetempo alla Michelin, un granchio che ha poi costretto il giornalista a fare dietrofront. Io invece vi chiedo di far mente locale su una verità ben più inquietante, quella per cui, se l’attuale compagine societaria col solo Enea Benedetto, ma senza Pedretti (con l’accento sulla i), anche considerato il tesoretto lasciato dal vecchio Presidente, possa godere di un’autonomia finanziaria che vada oltre i prossimi 50 (cinquanta) giorni. Secondo me no. E certa stampa, pur davanti a un disastro come quello di sto scrivendo, cosa decide di scrivere per placare la pubblica bulimia di notizie? O cose palesemente false (bufale), oppure spaccia, come ogni anno, i soliti nomi ricorrenti di giocatori (peraltro inadatti per ruolo, età, caratteristiche tecniche e umane) che il tifoso medio, convinto che il calcio professionistico cominci in località Cabannoni e finisca a Oviglio, da sempre aspetta fiducioso.
A quei giornalisti (sempre loro) che scrivono turbati del “ritiro sospeso” dico: siete stati immortalati a bordo campo durante gli allenamenti, spudoratamente in barba alle più elementari norme di educazione, di rispetto del lavoro altrui, di sicurezza e delle regole. Se una società professionistica vi consente di far flanella in un luogo che dovrebbe esservi assolutamente precluso, come potete pensare che la stessa società si sia attrezzata per un ritiro in piena regola? Scusate, ma voi giornalisti invadenti, col vostro direttore, accettereste che i calciatori bivacchino, come fate voi sul campo della Michelin, nelle redazioni durante il vostro l’orario di lavoro e magari assistano alle riunioni di redazione?
E perché allora approfittate delle inadeguatezze della società con l’invadenza che nasce dalla piuma che tenete (a volte maldestramente, come abbiamo appena visto) in mano? Secondo voi un gruppo di calciatori professionisti, esattamente come credete di essere voi, può accettare di allenarsi senza l’assistenza di un reparto sanitario completo di fisioterapista, massaggiatore e, soprattutto, senza aver ancora affrontato il tema delle visite obbligatorie di idoneità, valida solo fino il 20 di luglio ma senza garanzie per le visite future? E tale Quistelli quando ha superato l’esame per diventare DS, ha imparato le regole che deve osservare e imporre una società professionistica nell’attività quotidiana? Nel frattempo proprio DS e Presidente hanno cambiato strategia per la gestione dei contratti in essere dei giocatori, convocandoli tutti nella rosa della prima squadra, smentendo quindi Pedretti (con l’accento sulla i) il quale, prima della sua fuga, voleva mettere fuori rosa alcuni di loro in attesa di sistemarli altrove. Perché? Probabilmente il neo DS ritiene che da certi giocatori sotto contratto si possano ricavare risorse cedendo i loro cartellini ad altri club. Se Quistelli riuscisse in simile impresa si guadagnerebbe la nomination automatica per il premio come miglior DS di C del 2023/24 e magari pure un corso privato pagato da qualche nostro ex DS per il quale invece i contratti in corso sono solo un onere per la sua società ma una risorsa per altri club.
Una cosa è certa: Simone Sini è andato ieri al Monterosi: mangio un cavallo intero con gli zoccoli ferrati se la società ha incassato 100 euro dalla nuova società del difensore. Quistelli, in assenza di un DG, si faccia almeno carico di controllare se il nuovo Responsabile del Settore Giovanile, tal Goglia, sia dotato del patentino in regola per ricoprire l’incarico che gli è stato affidato.
Il trio che componeva l’ex Ufficio stampa si è dimesso un mesetto fa perché Enea aveva deciso che l’Alessandria Calcio dovesse comunicare solo attraverso la sua pagina FB personale. Decisione cervellotica che sviliva l’attività, l’operatività e l’autorevolezza dell’Ufficio Stampa. Notizia di ieri sera: in un’intervista rilasciata al sito Tutto C da Enea dice, sono venuto a sapere che ha sospeso il suo profilo personale per protesta contro i tifosi maliziosi e giornalisti sospettosi. Faccia come vuole. Peccato per lui che Cichinisio non frequenti i social, non organizzi interviste, ma stia certo che continuerà a riportare notizie vere prima degli altri condannati a copiare, come fanno da mesi. Quanto poi al reiterato silenzio di patron Di Masi, nonostante sia stato tirato in ballo spesso dai tifosi e dai nuovi dirigenti, so bene perché non parla e, se usassero le sinapsi, lo capirebbero in tanti. Non so invece se e quando l’ex Presidente deciderà di farlo. E se non parlerà con un giornalista in particolare non sarà certo per colpa di Cichinisio, come ha dichiarato pubblicamente per giustificare la propria inaffidabilità, ma perché si è avverata una mia previsione scritta una decina d’anni fa nella quale detto che sarebbe stato proprio quel giornalista, allora il cocco dalla struttura societaria, a pugnalare alle spalle Di Masi, cosa poi successa davvero. E Di Masi, il giorno in cui deciderà di parlare, non si farà certo intervistare dal sottoscritto perché sa che le domande le poniamo sul serio affinché il lettore conosca particolari inediti. Bisogna aspettare ancora un po’ prima che Di Masi sia in condizione di parlare, diciamo almeno un mesetto, e poi, dopo il realizzarsi di certi eventi, sarebbe in condizione di farlo.
Alla fine il solito invito: Enea hai i giorni contati nonostante le dichiarazioni visionarie in cui ci racconti di puntare ancora, tra l’altro, sull’azionariato popolare. A mio parere – ma resta solo un parere – prima te ne vai e prima sarà possibile tentare di lavorare per salvare una situazione compromessa.
Virgilio aveva finito la sua Eneide 21 secoli fa, la nostra Eneide invece è appena cominciata e già non se ne possiamo più.

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