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Nini Corda: “L’idea di rilevare l’Alessandria mi piace, ma ci vuole chiarezza e determinazione da parte di tutti”

Alessandria (Jimmy Barco) – Ho telefonato a Nini Corda, allenatore di calcio e dirigente sportivo, che in molti, qui da noi, danno per probbaile acquirente dei Grigi. Nuorese, 49 anni, ha cominciato ad allenare nelle giovanili del Cagliari e di lì è partita la sua carriera di allenatore e dirigente tecnico: Tempio, Savona, Foggia, Como, Barletta, Seregno, le sue tappe più significative. Personaggio ruvido e a volte scomodo ha vinto molto anche in situazioni difficili e in piazze complesse. Le sue squadre hanno giocato anche al Mocca e l’abbiamo conosciuto come uomo di forte personalità, modi spicci e sicura professionalità. Un tipico artigiano del calcio di Serie C, insomma. Nell’aprile scorso, lui e il suo gruppo sono stati in trattativa per rilevare il Novara ma poi non se n’è fatto niente.

Corda, ha avuto contatti con Enea Benedetto?
“Sì, ci sono stati abboccamenti con Benedetto giorni fa, ma al momento è tutto fermo. Il mio team ha chiesto a Benedetto di cedere totalmente o in parte quote nella sua disponibilità e l’attuale presidente ha lasciato intendere di voler comunque tenere per sé una quota importante per cui modi, tempi e condizioni le decide, com’è ovvio, Benedetto. Tuttavia, come in tutte le trattative, per portare a buon fine l’operazione, bisogna trovare un accordo soddisfacente anche con l’attuale minoranza in consiglio”.

L’Alessandria e il suo stadio Moccagatta sono un obiettivo importante?
“Per me sarebbe un onore lavorare ad Alessandria, una piazza dove è possibile fare calcio vero e imporsi all’attenzione di tutto il calcio nazionale. Ci sono giocatori grigi che mi hanno detto di aver lavorato bene in Alessandria”.

Nel caso in cui lei e il suo gruppo doveste lavorare in team con personaggi che fanno già parte dell’attuale struttura, quindi scelti da altri, la cosa può diventare un ostacolo?
“Si può fare ma bisogna essere seri e tenere sempre presente il bene della società”.

Siamo ben oltre metà luglio, la definizione della rosa procede a rilento e, pare, senza una programmazione studiata a tavolino, non pensa che siamo in ritardo?
“Se si sa quello che si deve fare, quello che si vuol fare e dove si vuole andare il tempo stringe ma gli spazi ci sono sempre. Se invece non si hanno le idee chiare non basterebbero neppure sei mesi da qui all’inizio del campionato”.

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