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Questo tizio vive in Italia, s’è laureato a Bologna ma parla solo egiziano

Bologna (r.r.) – Laurea italiana discussa in lingua egiziana (con traduzione simultanea) a Bologna da un tizio che dell’Italia non conosce nulla, nemmeno la lingua. Non si riesce a scovare nel vocabolario una definizione che calzi per l’Università Alma Mater Studiorum che si fregia di essere la più antica del Mondo e forse proprio per questo è completamente bollita (ormai è scivolata al 75° posto nella classifica mondiale degli Atenei). Gli esaminatori non stavano valutando la “prestazione” d’un artista, ma d’uno studente che, non si sa come, è stato ammesso agli studi, non conoscendo l’italiano. Provate voi a iscrivervi in qualsiasi Università se non conoscete la lingua nazionale. Tutti commossi anche nella trasmissione TV “In Onda” dell’alessandrino Cairo (da mandrogno a mandrogno: Urbano, scegli meglio i dipendenti, e stàccati dalla Shlein che ti conviene), condotta da una cinquantenne (nel video…, se gliela fate a vederlo tutto!) con un evidente difetto di pronuncia (una fastidiosa erre moscia che sembra finta). E così il compagno Giovanni Molari, laureato in agraria (con rispetto parlando), ma rettore dell’Università di Bologna (?), dopo aver letto a stento un testo puerile scritto su un foglietto (un tempo per essere rettori dell’Università di Bologna erano necessarie almeno tre lauree “pesanti”), scavalcando ogni limite della decenza, ha conferito una laurea con 110 e lode a un egiziano che non parla l’Italiano. La stessa cosa sarebbe impossibile alla Sorbona o all’Imperial College London, e riesce difficile pensare che qualcuno possa laurearsi in qualsiasi Università senza spiaccicare una sola parola nella lingua nazionale dove opera l’ateneo. Che l’Italia abbia bisogno di queste introvabili “menti” quando si fa scappare professionisti laureati con competenze rimarchevoli, ce lo chiediamo tutti.
Su Zaki va giù pesante Vittorio Feltri che ha scritto: “Avendo constatato il cattivo comportamento del giovanotto in questione, non gioisco affatto della sua riconquista del diritto a rientrare in Italia dove per anni s’è parlato di lui come se fosse un martire della libertà, quando invece a me sembrava solo un bulletto capace di tutto e buono a nulla. Sono persuaso che sarebbe stato meglio che Zaki marcisse in una cella egiziana, così avrebbe imparato che la gratitudine è un sentimento che bisogna nutrire nei confronti di chi ti fa del bene. […] Questo ragazzotto è un piccolo individuo che non merita rispetto e neppure la minima considerazione. Pronto per entrare con le carte in regola nel Pd, a fare compagnia alla ridicola segretaria del suddetto partito da cui la gente migliore è in precipitosa fuga. Zaki ha perso un’ottima occasione per dimostrare di meritare la libertà, che è un bene prezioso per tutti tranne che per certi ‘sinistri’ e affini. Egli in ogni caso non andrà lontano, perché politicamente e umanamente è un nano. Gli auguro di sparire dalla circolazione. Non merita altro”.

 

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