Press "Enter" to skip to content

Grigi in Giallo: la storia allucinante degli ultimi quattro mesi

Tutto quello che è successo intorno, all’interno e ai margini dell’Alessandria Calcio, dal passaggio della presidenza Di Masi a quella di Enea Benedetto avvenuta appena dopo lo spareggio vincente al Mocca contro il San Donato Tavernelle del 14 Maggio scorso, l’ho conosciuto e raccontato a sprazzi e, a fatica, sono riuscito a conoscere alcuni importanti risvolti per dare a questa storia sgangherata un senso logico e comprensibile.
Premessa: oltre un anno fa Di Masi decide di vendere la società e comincia la storia.
Solo nell’ottobre scorso un gruppo di sedicenti operatori, guidato e ispirato da Bob Lamanna che non compare, si fa avanti, Di Masi si accorda ma, nelle pieghe della trattativa, si accorge che probabilmente quella cessione è una trappola, e soprassiede. Non soprassiede invece alla proposta di Enea Benedetto che, dopo qualche mese, sfruttando la necessità di patron Di Masi di uscire di scena e approfittando della crisi societaria che ha demolito il nome e l’appeal del Club, si fa “assegnare” la società e con essa una significativa buona entrata che Di Masi garantisce al fine di facilitare il passaggio di mano. L’unica condizione che pone il venditore è quella che Enea non potrà cedere la società prima della scadenza di un anno. Questa clausola è stata inserita perché Di Masi non ha ancora chiuso certe partite contabili a lui riferibili (vedi rateizzazioni fiscali) e non può permettersi che l’Alessandria cada nelle mani di un curatore del Tribunale prima che lui riesca a sistemarle, pena un suo coinvolgimento in situazioni fallimentari. Ecco spiegata la clausola che tanto ha fatto discutere e soprattutto la necessità per Di Masi che la Società non fallisca a breve, al contrario di quello sostenuto, per ignoranza o per cattiva fede, da certi ahimè ascoltati scienziati locali.
La storia prosegue: Enea, completamente digiuno di calcio a livello professionistico, imbarca con una robusta quota di minoranza Alain Pedretti cui va il 40%. Si tratta d’un uomo d’affari francese che ha gestito per anni club di Serie A francesi e svizzeri. La divisione degli ambiti di intervento è semplice: a Enea la gestione finanziaria, della comunicazione e degli affari interni ed esterni del club; a Pedretti la parte tecnica e sportiva. Il primo si avvale del Ds Quistelli, il secondo invece individua come Ds Malù Mpasinkatu, noto conoscitore di calcio anche nord europeo e africano.
Da metà maggio ai primi di luglio non succede niente, con Enea che tenta maldestramente di coprire le caselle vuote dell’organigramma societario e lo fa con personaggi inesperti nel ruolo assegnato.
Alcune cose però il nostro Presidente le coglie. Per esempio sceglie come interlocutore privilegiato un media e un giornalista trainanti la tifoseria e, visto che l’Ufficio Stampa della società funziona poco e male, “esternalizza” ufficiosamente il servizio a questo qua che si presta a veicolare notizie e indiscrezioni che fanno comodo al presidente.
Intanto la vicenda della fidejussione arrivata sul filo di lana grazie alla intercessione del Sindaco, che convince Pedretti ad assumersi l’onere, è un duro colpo alla credibilità di Enea che dimostra quanto sia privo di un’autonomia finanziaria.
E arrivo alla famosa domenica della sfilata dei Centauri. Quel giorno Mister Lo Bello e i quattro dello staff tecnico individuati da Pedretti, al momento della firma dei contratti non si fidano, non firmano e tornano a casa. Pedretti si inalbera e fa sapere ad Abonante di non voler avere più nulla a che fare con Enea. Il presidente, che dal socio ha già ottenuto la possibilità di iscrivere la squadra, deve inventarsi qualcosa per prendere tempo e far credere di aver trovato un nuovo potenziale partner in grado di prendere il posto di Pedretti, il quale ha dato al sindaco la disponibilità a cedere la sua quota gratis nel caso che il gesto possa favorire la soluzione della crisi.
Si fa avanti Felleca, ex Foggia e Como con Corda Dg, per chiedere lumi al sindaco sulla situazione così intricata e allora Enea gioca il tutto per tutto: il solito foglio e il solito giornalista rivelano l’esistenza d’un non meglio identificato fondo italo-svizzero che si occuperebbe di attrezzature medicali, interessato a rilevare la quota di Pedretti.
Non basta: uno sconosciuto spunta come un fungo e si spende come emissario di questo fondo fantasma, si aggira con fare complice in sede, parla addirittura con giocatori e mister, e va a colloquio col sindaco. La sua presenza in sede e certi comportamenti inquietanti mettono in ansia i dipendenti della società fino a che, venerdì scorso, la Digos non entra in sede per parlare con questo tizio il quale però ha fatto perdere le proprie tracce.
Nel frattempo il solito giornalista ipotizza che questo sedicente emissario del fantomatico fondo è ormai prossimo a dare la disponibilità dei suoi a far parte della società, sempre che Pedretti lasci tutto nelle mani del sindaco. Domanda: ma questo giornalista che ha dato a tutti l’idea di aver ben chiaro chi fossero i componenti del fondo e i rami di attività esercitati, ha fatto verifiche rispetto alle notizie avute da Enea e Quistelli, oppure le ha date come vere, garantite solo dalla credibilità della fonte?
Ma non è finita in quanto sabato scorso la Digos entrava di nuovo nella sede dei Grigi per interrogare sia Enea che gli impiegati.
Nel frattempo l’acquirente-fantasma si materializza: sarebbe il torinese Samuele Mozzillo, un tipo strano che ha soggiornato ripetutamente all’Hotel Diamante di Spinetta Marengo ospite dell’Alessandria Calcio.
E con questo potrebbe diventare realtà il desiderio d’un tifoso eccellente il quale tre mesi fa scrisse un post dove si leggeva: “Meglio presidente dei Grigi un delinquente che Di Masi”.
Non so chi sia e se ci sia in giro per i corridoi della sede un delinquente, ma a questo punto mi aspetto di tutto.

Comments are closed.