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Alessandria Calcio: partita a “porte chiuse”? No, a “porte socchiuse”

Arriviamo da una settimana, quella appena conclusa, che per l’Alessandria è stata piena di novità e fibrillazioni. Comincio dalla conferenza stampa di giovedì scorso. Siamo tornati a indire certi appuntamenti di comunicazione il giovedì. Sarà mica perché l’ex trisettimanale mandrogno, poi bisettimanale e adesso solo settimanale esce, guarda caso, il venerdì? Non è vero ma ci credo. Quanto ai contenuti dell’evento questa gestione, anziché lamentarsi del trattamento non certo affettuoso che gli è stato riservato dalla piazza e dai media, dovrebbe rendersi conto che le settimane che precedono le partite ufficiali sono in realtà un momento tranquillo per dirigenti e proprietà perché solo ora si può dire impunemente tutto e il contrario di tutto. Poi, purtroppo per Enea, a fine mese si gioca e le chiacchiere staranno a zero. Attività inutile e infantile poi quella di richiamarsi agli errori, veri e presunti, delle gestioni passate, ciò che è accaduto nell’ultima conferenza stampa grazie alle parole di Enea & C. Mi pare poi sia una tattica perdente pure quella di sminuire le figure precedenti di dirigenti e addetti ai lavori sperando di valorizzare automaticamente la propria immagine. In realtà sei apprezzato quando porti risultati sul campo di gioco, non per l’enunciazione di mirabolanti dichiarazioni d’intenti. Utile sarebbe invece che spiegassero, dati alla mano, cosa hanno combinato loro da 4 mesi a questa parte e quali professionalità hanno portato qui. Parlare di cose che non conoscono (lo si percepisce subito) o di gettare fumo negli occhi ai gonzi è uno sport ridicolo. Per esempio: che senso ha riempirsi la bocca con la favola della “squadra con tanti giovani in campo” se poi lasci che se vadano altrove under ormai collaudati come Marietta, Podda, Lamesta e magari Speranza? Poi perché spacciare di essere entrati nel “calcio internazionale” grazie all’arrivo di un ragazzo che (non) ha giocato in Inghilterra, oppure nel “calcio intercontinentale”, perché è arrivato un imberbe nato negli Stati Uniti? Nel concreto la Primavera torna da Monza con 7 gol (a zero) sul groppone. E pensare che hanno provinato per mesi centinaia di profili, manco fossimo al casting di un reality di Mediaset: non è così che si costruiscono le squadre nei settori giovanili che funzionano e mi chiedo quale apporto ha finora offerto alla causa IdealeGrigio. Ciò detto c’è da augurarsi – spes ultima dea – che il nuovo DG Zerbo impari un po’ di cose di calcio a stretto giro di posta e metta sul piatto tutto il pragmatismo di cui sembra dotato. Se dobbiamo far conto invece sugli altri tecnici e dirigenti che ahimè abbiamo visto all’opera fin qui, a naso direi che “siamo del gatto”, come disse il topo ai suoi simili mentre era prigioniero nelle grinfie di un baffuto felino. Poi è arrivata la finale del Torneo “Mamma Cairo” e lì Enea ha dato il meglio di sé. Lui, che si è fatto un nome e un’immagine presso gli sfascisti da operetta che condizionano la Nord minacciando fulmini e saette contro il Corriere.It (proprietà di Urbano Cairo) ai tempi della mancata e poi avvenuta iscrizione al campionato, sabato scorso ha premiato il Presidente (mandrogno) del Toro nonché del Corsera, giusto un mesetto dopo aver minacciato di portarlo in Tribunale. E, già che c’era, Enea ha voluto sottolineare tutto il suo disprezzo per il megaeditore omaggiandolo con una vecchia maglia da gioco della squadra. Siamo dei poveri provinciali ma nell’occasione avremmo donato la nuova maglia ufficiale al Presidente del Torino. Che Dio ci guardi dalla proverbiale raffinata cortesia sabauda. Particolari, direte voi. Certo, ma dove vogliamo andare se nessuno in società è arrivato a capire quanto il club, in un’occasione del genere, si sia dimostrato superficiale e sprovveduto facendosi ridere dietro? D’altra parte ho notato, per esempio, che anche quando sono stati immortalati presidente e nuovi giocatori dal fotografo di corte al momento dell’apposizione delle firme sul contratto la penna in mano al calciatore andava ad imbrattare un pezzo di carta utile a svariati impieghi, perfino quelli escatologici, tranne che a sancire un contratto federale. In quel caso infatti è obbligatorio utilizzare moduli precompilati della Lega e non un foglio A4 pure scarabocchiato: quindi è andata in onda una recita da sagra paesana e, a volte, pure un’ignobile commedia perché al presunto contratto non ha fatto poi seguito il tesseramento. Chissà quando ci sarà da perfezionare l’ingaggio di Speranza, sbandierato con tanto di foto ufficiali piene di faccioni sorridenti e modulo fasullo, cosa saranno capaci di combinare prima e raccontarci poi? Anche in quel caso sarà colpa di Di Masi, di Artico o di Cerri? Nell’ amichevole (pardon, allenamento congiunto) giocata sabato scorso contro il ValeMado, neo promossa in Eccellenza (cioè due categorie sotto la C) abbiamo spezzato le reni agli orafi per 4-0 senza incantare. E, nel caso, più che guardare chi c’era dobbiamo valutare chi non c’era, viste le assenze sospette di Speranza e Galeandro.
Adesso due paroline sull’intoccabile Ciancio, il terzino trentaseienne legato con un biennale con opzione per compiacere i desiderata del Senato Accademico della Nord che tiene esageratamente a veder sgambettare al Mocca Ciancio, “uno di noi”. Il Senato è stato accontentato da Enea il quale magari spera che, con quell’ingaggio, possa contare su un salvacondotto rilasciato dalla Nord. Non solo ma, in pieno delirio da shopping, Enea ha comunicato pubblicamente che il ragazzo sarebbe stato il futuro capitano della formazione mandrogna, ignorando certi collaudati rituali usati per individuare il titolare della fascia. Infatti sabato scorso la fascia di capitano l’ha indossata Liverani, col presidente in panchina (a fare cosa poi non si sa): mai nessuno al suo posto, eh. Il momento dell’annuncio ufficiale dell’ingaggio dello stagionato difensore (regolarizzato quasi un mese dopo) è stato pomposamente preceduto dalla formula ormai diventata una barzelletta: “Il ragazzo ha voluto sposare il nostro progetto”, manco il terzino fosse il committente di una edificanda villetta a schiera. Che stavolta si sia trattato di matrimonio in piena regola è dimostrato dal fatto che il terzino sabato in campo, dopo due settimane di allenamenti, della sposa aveva, come si dice, il culo pesante e il pancino rotondo. Non c’è che dire, il mancato capitano ha dato un esempio di matura professionalità ai giocatori più giovani i quali l’anno scorso hanno portato a casa una salvezza importante e, come segno di gratitudine, dal maggio scorso hanno sentito parlare solo di tal Ciancio, del suo approdo taumaturgico in riva al Tanaro e della fascia di capitano già assegnatagli per diritto divino. Ma l’aspetto più curioso di questo match contro la ValeMado è un altro. Fino ad oggi infatti nel calcio si conoscevano due tipologie di partite: una giocata col pubblico sugli spalti e l’altra invece “a porte chiuse”, così come era stata annunciata quella di sabato. Tertium non datur. Invece Enea dal suo cilindro ha estratto una terza possibilità, quella della “partita a porte socchiuse”. Una partita cioè che ha tutti i limiti e gli inconvenienti della partita a porte chiuse coniugati con i problemi di una partita tradizionale, quindi con la mobilitazione del classico apparato per la pubblica sicurezza. Alla luce di questa geniale intuizione destinata a cambiare gli equilibri del calcio segnalo quanto Enea abbia nel suo Dna i geni dell’innovatore, figura tra l’altro che nel calcio nazionale manca da ormai troppo tempo: siamo contenti per lui, però adesso vada a innovare da un’altra parte.

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