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Francia “ammonita” da Bruxelles per il blocco immigrati

Bruxelles (Marco Bresolin de “La Stampa”) – Cartellino giallo per la Francia e per le sue politiche di respingimento alla frontiera dei migranti “irregolari” che entrano sul suo territorio. Nei giorni in cui Parigi ha intensificato i controlli al confine con l’Italia, in seguito all’impennata degli sbarchi a Lampedusa, dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea arriva una sentenza che mette seriamente in discussione la politica del governo francese e in particolare il suo Codice sul soggiorno degli stranieri e sul diritto d’asilo (Cesda).
I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che Parigi deve applicare la direttiva rimpatri, secondo la quale i migranti sprovvisti di un regolare titolo di soggiorno devono «beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio» e che «l’allontanamento forzato può avvenire soltanto in ultima istanza». Tutto ciò anche se il Paese in questione ha temporaneamente ripristinato i controlli alle frontiere interne applicando le eccezioni previste dal codice Schengen in caso di «minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna».
La Corte ha esaminato il caso dopo che diverse associazioni, tra cui gli “Avocats pour la défense des droits des étrangers” (Adde), hanno contestato davanti al Consiglio di Stato la legittimità dell’ordinanza che ha modificato il codice francese sul diritto d’asilo. E l’organo giurisdizionale nazionale ha interpellato i giudici europei per chiedere un’interpretazione della normativa. La sentenza non sarà immediatamente applicativa, ma il Consiglio di Stato dovrà tenerne conto per risolvere la controversia.
Secondo la Corte Ue, un provvedimento di respingimento deve comunque rispettare le procedure previste dalla direttiva rimpatri. Dunque le autorità nazionali devono emanare un provvedimento e concedere un determinato periodo per consentire al cittadino di un Paese terzo di lasciare il territorio volontariamente. Anche se, come nell’ipotesi oggetto della sentenza, “l’interessato sia stato sorpreso a un valico di frontiera situato nel territorio dello Stato membro”.
Ovviamente ci sono casi in cui il migrante irregolare può essere trattenuto in attesa del suo allontanamento qualora “costituisca una minaccia per l’ordine pubblico”.
Proprio in questi mesi è in corso una riforma delle regole di Schengen e mercoledì il Parlamento europeo ha approvato il testo in prima lettura, fissando limiti più stringenti per il ripristino dei controlli alle frontiere. Le nuove norme prevedranno anche la possibilità di sostituire i controlli ai confini tra Paesi Ue, promuovendo la cooperazione tra le forze di polizia nelle aree di frontiera con pattugliamenti congiunti. Questo consentirebbe di rimandare i migranti nel Paese Ue dal quale sono arrivati.

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