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Le bufale sul clima: una storia di consapevoli menzogne, disinformazione e distrazione di massa

di Andrea Guenna – Diciamola tutta: Annibale nel 218 a.C, durante la seconda Guerra Punica, alla fine di ottobre valicava le Alpi sul Monviso a oltre 3.000 metri di altitudine col suo esercito composto da circa 2.000 cavalli, settanta elefanti e 20.000 uomini armati fino ai denti. Come ha fatto? Semplice: non c’era la neve perché la temperatura della Terra era di circa due/tre gradi superiore a quella di oggi. I Vichinghi intorno al 1000 dopo Cristo hanno chiamato Groenlandia – da Grønland: “Verde Terra” – quella che era una foresta rigogliosa dove producevano anche un ottimo vino, mentre oggi è una landa ghiacciata. Sempre perché la temperatura della Terra allora era di almeno tre gradi superiore a quella di oggi. Poi c’è stata la mini glaciazione, per cui nel XVII secolo a Londra d’inverno si pattinava sul Tamigi ghiacciato (immagine a destra). Potrei continuare ma ciò basta per dimostrare che il clima è sempre cambiato. E l’uomo non c’entra niente, sia chiaro. L’uomo ha delle responsabilità per quanto riguarda l’inquinamento, ma è bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose diverse. Infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, evitando d’immettere veleni nell’aria, ma il riscaldamento globale è tutt’altra roba perché dipende dal motore meteorologico dominato dal Sole. È infatti dimostrato che le attività umane incidono per il 5%, mentre il 95% dipende da fenomeni naturali. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è una belinata, un atto criminale parlarne come ne parlano certi climatologi catastrofisti. Ragazzi, siate liberi, studiate di più e, invece di bloccare il traffico, mandate affanculo certi cattivi maestri che vi portano fuoristrada. A bloccare il traffico mandateci loro.

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