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L’inferno a Gaza

Gaza (Ansa) – Quella appena trascorsa è stata la “peggiore notte” dall’inizio della guerra per l’intensità dei bombardamenti. Lo hanno riferito ad Haaretz alcuni residenti della Striscia di Gaza, secondo i quali ci sono stati attacchi incessanti da parte delle forze armate israeliane nella parte orientale della città, dal campo profughi di Jabaliya a Bet Lahiya e Bet Hanun. Sono stati segnalati attacchi anche nella Striscia centrale e a Khan Yunis nel sud. Inoltre fonti di Hamas hanno riferito di aver combattuto contro le truppe israeliane nel nord di Gaza. Al momento non si hanno informazioni su vittime e feriti degli attacchi notturni, dal momento che le comunicazioni con gli operatori sanitari sono interrotte. Al riguardo, Catherine Russell, Direttore generale dell’Unicef, ha informato in una nota che “abbiamo perso i contatti con i nostri colleghi di Gaza”, sottolineando che è “estremamente preoccupata per la loro sicurezza e per un’altra notte di orrore indicibile per un milione di bambini a Gaza. Tutti gli umanitari, i bambini e le famiglie devono essere protetti”. Secondo la Cnn, che cita fonti militari, nel mirino delle forze israeliane ci sono i tunnel di Hamas a Gaza. Sono stati circa 150 gli obiettivi sotterranei, tunnel compresi, colpiti dall’aviazione israeliana la scorsa notte nel nord della Striscia, ha fatto sapere un portavoce militare, secondo cui sono stati uccisi diversi terroristi. Da parte sua, l’Aeronautica Militare ha reso noto che “aerei da caccia guidati da precise informazioni di intelligence hanno ucciso la notte scorsa il capo della formazione aerea dell’organizzazione terroristica Hamas, Ezzam Abu Raffa”, aggiungendo che era il “responsabile della gestione degli apparati Uav, dei droni, del rilevamento aereo, dei parapendii e della difesa aerea dell’organizzazione Hamas” e dunque “ha preso parte alla pianificazione e all’esecuzione del massacro omicida negli insediamenti intorno a Gaza il 7 ottobre”.

Almeno 29 giornalisti uccisi dal 7 ottobre
Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj) si è detto “fortemente allarmato” dalle notizie di un blackout delle comunicazioni a Gaza. In una nota sul suo sito web, il Cpj afferma che il mondo sta “perdendo una finestra sulla realtà” di ciò che sta accadendo a Gaza, poiché gli organi di stampa perdono i contatti con i loro corrispondenti sul campo. “Un blackout delle comunicazioni è un blackout delle notizie. La guerra Israele-Gaza è entrata in una nuova fase con bombardamenti intensificati e operazioni di terra da parte delle forze israeliane” e questo “può portare a gravi conseguenze con un vuoto informativo indipendente e fattuale che può essere riempito con propaganda mortale e disinformazione”.
“Dal 7 al 27 ottobre 2023, almeno 29 giornalisti sono stati tra gli oltre 8.000 morti di entrambe le parti dall’inizio della guerra”, sottolinea il comunicato diffuso del Cpj, secondo cui “le ultime tre settimane sono state il periodo più sanguinoso degli ultimi decenni per i giornalisti che si occupavano dei conflitti. Dei giornalisti uccisi, almeno 24 erano palestinesi, quattro erano israeliani e un libanese .

 

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