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ATM “SOVIETICA” MODELLO CEKA: TUTTI SCHEDATI TRAMITE LA TARGA DELLA PROPRIA AUTO

Alessandria (Piero Giacobone) – Sembra incredibile, ma è così: i vigilini, tecnicamente definiti ausiliari del traffico dipendenti di Atm, l’azienda partecipata del trasporto pubblico, per una precisa disposizione di alcuni dirigenti, sono obbligati a prendere il numero di targa delle auto in sosta nelle zone a pagamento. Perché? Quale motivo ha spinto l’a.d. Ezio Bressan (fratello del Mauro a.d. di Amag) ed il responsabile di area Giabfranco Ghè, due post comunisti “Marca Leone”, ovvero due di quelli che fanno gli imprenditori – male – coi soldi degli altri, a dare una simile disposizione? Essendo due “trina” potrebbero aver ceduto alla tentazione tipica dei comunisti di controllare tutto, alla maniera di Stalin, per cui, secondo loro, è utile sapere chi sale sull’auto targata XYZ, dove va, quanto sta in giro, in che giorni e via di seguito. Oppure vogliono controllare i vigilini che, dovendo prendere nota, devono per forza essere sul posto di lavoro. Gli è che, purtroppo per i due “trina” e compagni, la legge vieta un simile controllo e con sentenza 44940 del 2 dicembre 2011 la Corte di Cassazione ha sancito che il numero di targa di un veicolo, anche se è un elemento di dominio pubblico giacché è visibile a tutti, resta comunque un dato protetto dalla riservatezza, poiché si configura come “numero di identificazione personale“, come lo è il numero di telefono di una persona. La vicenda non sembra di poco conto e Piercarlo Fabbio, capo dell’opposizione in consiglio comunale, Forza Italia, ha presentato un’interpellanza in cui si chiedono spiegazioni sull’operato dei capi di Atm. L’ex sindaco di Alessandria si augura che almeno l’operazione “sia coperta da ogni meccanismo di tutela ove, però, sia effettivamente permessa” e chiede alla Giunta Rossa guidata da Rita Rossa se “l’Amministrazione sia a conoscenza del problema” e se Atm “abbia adottato tutte le misure di tutela prescritte dal Decreto Legislativo 196 del 30 giugno 2003”. Al di là di tutto resta un fatto, e cioè quello per cui ad Alessandria gli automobilisti sono considerati come sudditi da spremere con multe a raffica e da controllare nella vita privata. Inoltre qui da noi la legge non sembra essere uguale per tutti e attendiamo ancora risposta al nostro articolo del 20 marzo 2014 in merito al “data base” della Polizia Provinciale coi numeri di targa degli “intoccabili” per cui anche se fotografati dall’autovelox, la multa non la riceveranno mai. Si tratta di un programma informatico in grado di riconoscere ogni targa di qualsiasi tipo di veicolo, con la possibilità di escludere le targhe desiderate dal novero di quelle che sono fotografate dall’autovelox in caso di infrazione al codice della strada. L’annullamento dei dati selezionati può avvenire on line o off Line. Nella modalità on line, il sistema legge automaticamente ogni singola targa subito dopo la fase di ripresa dell’immagine. Se opportunamente predisposto per l’applicazione caricando un archivio interno con le targhe delle auto di chi non deve essere multato, l’apparecchiatura opera in automatico. Nella modalità off line invece, il riconoscimento avviene su richiesta alla fine del servizio su tutte le immagini archiviate, prima che queste siano estratte con la masterizzazione del CD, e si può intervenire manualmente. Siamo al modello Ceka, la polizia segreta di staliniana memoria, quando la legge non era uguale per tutti. E non ci meravigliamo troppo in quanto, scorrendo l’elenco dei dirigenti di Atm, si nota che molti di loro sono cresciuti col credo ideologico di Mosca, mentre ci dicono che continua l’epurazione interna ad Atm con licenziamenti immotivati per dipendenti che non la pensano come loro. Ma questa è un’altra storia.

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