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Assegno unico a sostegno dei figli: cos’è e come funziona

Roma – L’assegno unico e universale a sostegno dei figli a carico è stato approvato dal Parlamento con il voto favorevole del Senato: sarà riconosciuto dal primo luglio come assegno mensile o detrazione d’imposta a tutte le famiglie, con criteri di progressività. Costituito da una parte fissa e una variabile calcolata in base al reddito Isee, sarà attribuito ai nuclei familiari per ciascun figlio, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni d’età.
Descritto nella legge delega, il provvedimento era già stato approvato la scorsa estate dalla Camera ed era in attesa di passare anche nel secondo ramo del Parlamento. Ora, i ministeri dell’Economia e della Famiglia sono al lavoro per scrivere i decreti attuativi che definiranno i dettagli su importi e meccanismi.
In ogni caso, il presidente del Consiglio, Mario Draghi ha già quantificato l’assegno in 250 euro al mese, mentre il dicastero di via XX settembre indica tuttora un tetto di 2.500 euro all’anno. L’assegno sarà “unico” perché andrà a sostituire gradualmente altri otto strumenti di supporto ai nuclei familiari che attualmente impiegano 15 miliardi. Altri tre miliardi sono stati appositamente stanziati per il 2021 e a dall’anno prossimo la cifra totale sarà di circa 20 miliardi.
Pensato “al fine di favorire la natalità, di sostenere la genitorialità e di promuovere l’occupazione, in particolare femminile”, l’assegno avrà un importo maggiorato dal terzo figlio in poi. Un sostegno aumentato del 30-50% sarà attribuito anche per ciascun figlio con disabilità. Sarà inoltre “pienamente compatibile” con il reddito di cittadinanza e riconosciuto in parti uguali ai genitori, che siano lavoratori dipendenti, autonomi, professionisti, incapienti e talvolta direttamente anche ai figli maggiorenni (in misura ridotta). Questi dovranno essere in un percorso di studi, tirocinio, servizio civile, oppure svolgere un lavoro entro un certo reddito o siano disoccupati in cerca di impiego.
Uno studio del gruppo Arel, Feg e Alleanza per l’infanzia ha stimato che l’assegno unico familiare potrà ammontare a 161 euro al mese per ciascun figlio minorenne (97 euro se maggiorenne), entro 30mila euro di Isee. Entro questo limite di reddito si trova l’80% della popolazione italiana. L’assegno dovrebbe scendere fino un minimo di 40 euro in caso di figlio maggiorenne, a carico di una famiglia con oltre i 52mila euro di Isee.
Tra i requisiti generali, potrà beneficiare dell’assegno chi è cittadino italiano, dell’Unione europea o suo familiare. Ancora, sono ammessi i titolari di diritto di soggiorno permanente, permesso europeo per lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di almeno un anno. Bisogna inoltre essere residenti e domiciliati in Italia, con i figli a carico per la durata del beneficio, e pagare le tasse sul reddito in Italia.

 

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