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SULLE STRUTTURE PER LA TERZA ETÀ LA REGIONE PIEMONTE DECIDE DA SOLA E LE ASSOCIAZIONI INSORGONO

Alessandria (Piero Giacobone) – Si va verso lo scontro tra l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta (Pd) (nella foto) e le associazioni della terza età a causa del taglio dei fondi regionali previsto dalla delibera di giunta n. 18 del 2015. “Le Associazioni di Categoria dei servizi residenziali per anziani non autosufficienti e non solo – scrive l’Anaste alla Regione Piemonte -, vi chiedono di riaprire urgentemente un tavolo di consultazione e confronto” (sotto si legge il comunicato). L’urgenza è dovuta alle decisioni prese dall’assessore in totale assenza di confronto coi diretti interessati. Il grido d’allarme è forte in quanto si teme che la Giunta Regionale non riesca, a causa dei tagli, a garantire la necessaria assistenza. I dati sono allarmanti in quanto sarebbero addirittura 32.000 in Piemonte gli anziani non autosufficienti, le persone affette dal morbo di Alzheimer, con disabilità intellettiva o con autismo grave, e limitata o nulla autonomia, per i quali le cure sono indifferibili e non possono essere rinviate come invece vorrebbe la delibera della Giunta n. 18 del 20 aprile 2015, per cui le organizzazioni ne chiedono il ritiro immediato. C’è addirittura il rischio che la vicenda finisca in tribunale per ripristinare, come chiede Anaste e le altre associazioni, le prestazioni socio-sanitarie domiciliari, comprese quelle prestate da familiari o badanti, il cui costo dev’essere coperto al 50% dal Servizio sanitario nazionale. Oltre tutto per Anaste e le altre associazioni di settore il decreto regionale non tiene conto della legge regionale 10 del 2010 che già oggi regola i “servizi domiciliari per persone non autosufficienti” in Piemonte, nel rispetto della legge nazionale, per cui gli anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza senile devono essere soddisfatte con la presa in carico da parte del servizio sanitario regionale, prescrizione totalmente ignorata dalla Giunta regionale nella recente delibera. Infatti dal 1953 (leggi nazionali 841/1953, 692/1955, 132/1968, 386/1974, 833/1978 e 289/2002) gli anziani malati cronici non autosufficienti hanno diritto alle cure sanitarie, comprese quelle ospedaliere e para-ospedaliere, senza limiti di durata. Le associazioni dei non autosufficienti e della terza età ritengono tuttavia necessario che sia riconosciuta la priorità delle cure domiciliari che costano meno alla Regione ed i malati stanno meglio, per cui è necessario che le Asl (quindi la Regione) forniscano assistenza medica, infermieristica e riabilitativa oltre al sostegno economico stabilito dalla legge della Regione Piemonte n. 10/2010. L’assessore Saitta risponde: “Il modello organizzativo che la Regione Piemonte affianca alla revisione della rete ospedaliera parte dalla programmazione e dal governo della rete dei servizi già presenti sul nostro territorio. Per rendere concreta l’integrazione tra ospedale e territorio – conclude l’assessore – e garantire la continuità assistenziale in tutte le fasi del percorso di salute, dobbiamo evitare dispersione organizzativa, sovrapposizione di competenza, ma soprattutto dobbiamo partire dal rilancio del Distretto cui attribuire vera responsabilità di governo della rete territoriale”. Secondo la Regione Piemonte  ogni Distretto avrà una dimensione tra gli 80.000 e i 150.000 abitanti, coinciderà con l’ambito territoriale dei Consorzi socio assistenziali tenendo presente delle specificità delle aree montane a scarsa densità abitativa.


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