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ECOMAFIA IN FRASCHETTA

DA LEGA NORD ALESSANDRIA – Alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno portato all’arresto di diverse persone e a sequestri di automezzi in relazione al traffico di rifiuti nelle Province di Alessandria, Genova, Pavia , ci pare opportuno prendere in seria considerazione la reazione degli abitanti della Fraschetta e di Spinetta Marengo in particolare che più volte, anche in accesi incontri pubblici, hanno espresso timori e riserve sull’utilizzo delle cave situate sul loro territorio destinate allo scarico del materiale proveniente dai cantieri del Terzo Valico. Il fatto che siano stati posti sotto sequestro preventivo impianti situati a Castelceriolo, Novi Ligure, Tortona con accuse che vanno dall’omesso pagamento del tributo di discarica e quelle ancora più gravi di traffico di rifiuti, terre e rocce da scavo in maggior parte provenienti da siti di bonifica a carattere regionale e nazionale nel Basso Piemonte, nel torinese e nel genovese, non fa che aumentare i giustificati timori della popolazione anche in relazione ad eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata in questo redditizio settore. Al di là quindi della contrapposizione Terzo Valico si/Terzo Valico no, la questione sicurezza della popolazione e del territorio in cui verranno effettuati gli sversamenti di materiale da scavo rimane prioritaria. Come Lega Nord abbiamo sempre difeso e difenderemo sempre il territorio e la genti che vi risiede. Certe decisioni vanno prese con molta razionalità, valutando tutti gli aspetti della questione. Cosa che non ci pare questa Amministrazione Comunale stia facendo in quanto negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un balletto di prese di posizione e di cambiamenti di opinione sul tema quanto meno imbarazzanti. Dapprima il Sindaco, basandosi su una mozione votata da tutti gli schieramenti politici, afferma che se non avrà certezza sui reali pericoli che la popolazione e l’ambiente potrebbero avere, in particolare per l’eventuale inquinamento di importantissime falde acquifere, non concederà il transito alle centinaia di automezzi che trasporteranno lo smarino proveniente dai cantieri nelle cave Bolla e Chiara e Guarasca. In un secondo tempo, facendo riferimento alla Legge 30 o Legge Obiettivo relativa alle grandi opere che di fatto non lascia molto spazio operativo agli Enti Locali e ad alcune risibili opere di compensazione messe in atto da Cociv, tra cui l’asfaltatura di Via Genova e il rifacimento dei relativi marciapiedi (tra l’altro ci domandiamo il perché in queste opere di compensazione non sia stata inserita l’annosa e urgente bonifica del Rio Lovassina), il Sindaco cambia ancora opinione e concede il nulla osta all’utilizzo delle cave. Da ultimo, notizia di questi giorni, altro cambio di opinione, forse dettato dalla vera e propria sollevazione di popolo  che è avvenuta: viene fatto appello alla Regione quindi al Presidente Chiamparino, all’Assessore alla Sanità Saitta, all’Assessore all’Ambiente Valmaggia, affinchè dichiarino di essere in grado di assicurare o meno i controlli per eliminare ogni rischio per la popolazione e per l’ambiente, altrimenti verranno riviste le decisioni adottate. E le famose prescrizioni presentate ed ottenute dal Comune nella Conferenza regionale dei Servizi che fine hanno fatto? Non erano forse più che sufficienti ai fini della sicurezza? O forse no? E le dichiarazioni di ARPA non sono bastate per avere ulteriori rassicurazioni? Prima si ,oggi forse no?. Il problema quindi esiste ed è inutile nascondersi dietro un dito. Come tale va affrontato, perché la popolazione ha bisogno di certezze e non di continui cambi di opinione e strategia che nel caso di argomenti come questo che toccano direttamente la salute della gente vanno affrontati con determinazione e responsabilità.

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