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OLTRE ALLE PENSIONI D’ORO L’ITALIA PAGA LA PENSIONE ANCHE AI CARNEFICI DELLE FOIBE

di Andrea Guenna – Oggi in Italia i misfatti si sprecato, c’è solo l’imbarazzo della scelta, purtroppo. Forse aveva ragione il grande giornalista e scrittore francese nonché Maestro Jean-Francois Revel, mancato nove anni fa, innamorato perdutamente dell’Italia che tuttavia rimproverava spesso scrivendo che nel Bel Paese i problemi sono sempre drammatici ma mai seri. In questi giorni gli argomenti sono i Rom, l’invasione dei migranti, Mafia Capitale e le pensioni d’oro. Se siano seri o meno non è chiaro, certo è che i problemi ci sono. Ed è di stamane la notizia (Il Fatto Quotidiano) che l’ex direttore della Camera di Commercio di Massa Carrara Alberto Ravecca avrebbe “taroccato” la sua liquidazione pompandola fino a 700.000 euro, ottenendo così una pensione d’oro. Per questo motivo dovrà rispondere di peculato.
Avendo un po’ di tempo sono andato a controllare se per caso, oltre a tutto quello che s’è già detto e scritto sulle pensioni, non mi fosse scappato qualcosa, ed ho trovato l’ennesima porcata. Tempo fa un amico mi aveva messo la pulce nell’orecchio, ma lì per lì non ho dato troppo peso alla cosa perché ho sempre molto da fare per star dietro alle notizie di tutti i giorni. Ma oggi è sabato, sono più rilassato e posso dedicare più tempo agli approfondimenti. Il fatto è che mentre in Italia si fanno processi, sacrosanti, ad alcuni criminali di guerra (nazisti) contemporaneamente ad altri criminali di guerra si dà la pensione. Si tratta di quei gentiluomini comunisti italiani e jugoslavi che hanno perpetrato uno dei crimini più odiosi e crudeli della storia moderna, quello delle Foibe in cui sono finiti almeno 10.000 italiani gettati a due a due – uno vivo e l’altro morto – legati insieme con le mani dietro la schiena. Quello morto, accasciandosi, trascinava dentro quello vivo che sarebbe morto di lì a qualche giorno per fratture e traumi vari, fame e sete, asfissìa. Quei diecimila poveretti non avevano altra colpa che di essere italiani che i comunisti di quel delinquente e carnefice di Tito consideravano fascisti da eliminare risparmiando però sulle pallottole perché sparavano a uno solo dei due infoibati.
Ebbene, a quelle autentiche belve umane, a quegli assassini e criminali comuni, lo Stato Italiano sta pagando la pensione e, se sono morti, la reversibilità alle vedove. La cosa è venuta fuori, tra il silenzio generale, nel 1994, dopo il crollo del muro di Berlino e dei partiti comunisti (i partiti comunisti non ci sono più ma i comunisti ci sono sempre, occhio ragazzi), e riguarda il fatto che l’Inps eroga ogni anno per loro oltre 32.000 pensioni nell’ex Jugoslavia, spendendo circa 9 milioni di euro al mese. I nomi dei carnefici in pensione si leggono scorrendo l’elenco dell’INPS. Citiamone alcuni: Ciro Raner, 78 anni, vive in Croazia e dal giugno del 1977 ha diritto alla pensione vos 50557306 per cui, nel 1987, anno dell’accoglimento della sua domanda (questi qua hanno anche la sfrontatezza di fare domanda di pensione), ha incassato circa 50 milioni di lire di arretrati (circa 26.000 euro); Mario Toffanin conosciuto come Comandante Giacca (nella foto), morto nel 1999, fra l’altro responsabile nel ’45 anche del Massacro delle Malghe di Porzus, nell’alto Friuli, dove furono eliminati i partigiani bianchi (democristiani, socialisti, liberali e repubblicani) della Brigata Osoppo perché contrari all’annessione della Venezia Giulia da parte delle truppe di Tito. “Giacca” fuggì in Cecoslovacchia, fu condannato all’ergastolo per l’eccidio e in seguito graziato dal presidente Pertini. Ha finito i suoi giorni in Slovenia con la pensione dell’Inps vos 04908917. Altri infoibatori che hanno continuato o continuano a ricevere la pensione dall’Inps sono: Nerino Gobbo, Giuseppe Osgnac, Giorgio Sfiligoy, Franc Pregely, Branko Cermely, Oscar Piskulic, Ivan Motika, Guido Climich, Giovanni Semes, Alojz Hrovat, Avijanka Margitic, per citarne alcuni.
E io pago.

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