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Da Coldiretti Alessandria: per il Covid prorogare permesso per stranieri

Con l’emergenza Covid che ha provocato lo stop ai collegamenti con l’India e altri Paesi da cui provengono circa 35.000 lavoratori impegnati nelle campagne italiane è necessario prorogare i permessi dei lavoratori stranieri già presenti in Italia che scadono il 30 aprile per poter continuare a garantire la continuità delle produzioni agroalimentari Made in Italy e i rifornimenti alle famiglie.
È quanto sostiene Coldiretti Alessandria nel sottolineare l’urgenza di affrontare il problema della sburocratizzazione del lavoro nei campi in un momento particolarmente delicato per il Paese. Il problema della scadenza dei permessi di lavoro interessa oltre 30.000 operai agricoli stranieri che potrebbero essere costretti a tornare nei propri Paesi proprio all’avvio delle attività di raccolta di frutta e verdura.
In questa ottica è importante inserire nella prossima riforma della Politica Agricola Comune una clausola sociale di condizionalità per subordinare la concessione alle imprese agricole di aiuti e risorse europee al rispetto dei contratti collettivi e dei diritti dei lavoratori. Occorre nella Pac puntare su un’assegnazione di risorse che consideri anche il contributo alla sostenibilità ambientale sociale e all’occupazione da parte delle imprese agricole con l’obiettivo di valorizzare la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato. L’opportunità di un lavoro in agricoltura deve essere, dunque, accompagnata da un piano per la formazione professionale e misure per la semplificazione ed il contenimento del costo del lavoro. Serve anche una radicale semplificazione che possa ridurre la burocrazia, garantire flessibilità e tempestività del lavoro stagionale in un momento in cui tanti lavoratori di altri settori sono in difficoltà. In Piemonte, la raccolta dell’ortofrutta solitamente vede coinvolte 8.000 imprese che necessitano di 20.000 raccoglitori. Guardando poi oltre ci sarà la medesima necessità per la vendemmia durante la quale, negli scorsi anni, oltre 5.000 aziende vitivinicole piemontesi hanno atteso l’attivazione della procedura per generare circa 13.000 posti di lavoro proprio durante la raccolta dell’uva. Sul territorio provinciale alessandrino lo scorso anno sono stati impiegati circa 2.000 lavoratori con contratti stagionali, di questi il 90% proprio nei vigneti.

 

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