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IL PONTE MEIER E I NOVELLI VESTITI DELL’IMPERATORE

Le vicende del costruendo ponte Meier che dovrebbe essere inaugurato a Natale, di un anno non ben specificato, ricordano sempre più la famosa favoletta di Andersen “I meravigliosi vestiti dell’ Imperatore”. Poiché qualche nostro lettore potrebbe averla dimenticata, la riportiamo brevemente.
Un giorno due furbetti si presentarono a Corte dall’Imperatore facendogli credere di avere a disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni, e gli proposero di tessere e cucire il più bel vestito del mondo, tale da suscitare l’invidia di tutti i regnanti del creato. L’Imperatore e la sua Corte, convinti di essere dei semidei, poiché il potere aveva dato loro alla testa, ma in realtà ignoranti come talpe, applaudirono con entusiasmo alla proposta e spesero ogni sostanza del regno per produrre il vestito promesso. Come è facile immaginare, i lavori furono molto lunghi ed in attesa del loro completamento i furbetti si premurarono di spiegare con grande dovizia di parole che i novelli meravigliosi abiti avevano un’eccezionale caratteristica: solo le persone colte ed intelligenti sarebbero state in grado di vedere una siffatta meraviglia, mentre gli incolti ed ignoranti non sarebbero assolutamente stati capaci di farlo. Ogni tanto i furbetti si recavano dall’Imperatore fingendo di fare le prove e di correggere le misure dell’abito e mentre si davano un gran daffare con metro, forbici, gessetti e spilli, e quant’altro strumento da sarto, i cortigiani che assistevano alle prove, conoscendo la magica proprietà dell’abito, per celare la propria ignoranza alzavano gridolini ed applausi di meraviglia dicendo: “Ma che bello! Stupendo! Che meravigliosi colori! Che armonia nella foggia! Che classe! Che stile regale!”. I lavori, durati mesi e poi anni, alla fine furono finalmente terminati. L’imperatore, seguito dalla Corte, decise di sfilare per la città per rendere anche i sudditi partecipi di tanta costosa meraviglia. La folla, a cui era giunta la notizia della particolare caratteristica degli abiti dell’Imperatore, come già facevano i cortigiani, si sentì in dovere di applaudire esprimendo rumorosamente il proprio favore. Ma, tra gli applausi generali, si sentì ad un tratto l’esile e piccola voce di un bambino che diceva: “Ma l’Imperatore è nudo”! Tra la folla scese il gelo. Come risvegliati da un obnubilante incantesimo, tutti gridarono: “È vero! L’Imperatore  è nudo e, privo dei suoi soliti orpelli di Corte, è anche brutto”!
Non vorremmo che anche per il ponte Meier si facesse la stessa fine.

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