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NELL’ITALIA MARAMALDA IL DEBOLE PAGA PER TUTTI

(30.08.2011) – L’inflazione c’è eccome, benché se ne parli il meno possibile quasi, il solo nominarla, fosse indicibile bestemmia. Conseguentemente, ogni giorno che passa, aumentano i pensionati con pensioni minime, molti dei quali in precarie condizioni di salute, non più in grado nemmeno di pagare l’affitto ed a nord il riscaldamento. Questa è la vera fascia debole, priva di alcun potere contrattuale poiché irrimediabilmente espulsa sia dal mercato del lavoro che del consumo. Sono masse crescenti di individui non in grado di sopravvivere senza aiuti esterni. Di loro i politici si ricordano solo al tempo delle elezioni salvo dimenticarsene il giorno dopo. Mi si dirà: non ci sono i soldi per aiutarli e fare di più di quanto si sta già facendo. Verissimo! Ma quegli stessi soldi che mancano per l’assistenza rispuntano più che mai per sprechi di ogni genere. Unica attività non in crisi nell’Italia di oggi e questo vale per le piccole come per le grandi cose. Ad esempio avere piantato in Alessandria negli spartitraffico 100.000 rose per poi lasciarle appassire sugli steli reclinati, ha conseguito il non ammirato risultato di dare alla città il triste aspetto di un cimitero dimenticato. Stessa cosa si può dire per le orrende fontanelle tricolori, inaccettabile parodia dell’amor patrio. Se questo in fondo è poca cosa, è molto per il disastrato bilancio del Comune. Volendo c’è molto di peggio. Ad esempio nell’assordante silenzio complice dei maggiori partiti italiani, il costo dell’assolutamente inutile ponte sullo Stretto è passato da 6,3 a 8,5 miliardi di euro. Una cifra così mostruosa da essere difficile da concepire. Mentre i partiti tacciono, i principali quotidiani italiani hanno scritto e riscritto che dietro al ponte ci sono gli interessi della mafia. Sono impazziti gli interi giornali italiani con gli annessi giornalisti? O hanno ragione ed il tacere dei partiti, sia di governo che di opposizione, è solo sintomo di complicità? Peraltro gli sprechi italiani vanno da stazioni ultimate ma senza i binari, a decine di ospedali completi ma mai entrati in funzione, a ponti lasciati a metà da anni, a dighe non collegate ad acquedotti. E non mancano nemmeno tribunali nuovi e mai entrati in funzione perché nel frattempo trasferiti e dighe portuali affondate appena finite. Ma se il pubblico si comporta così il privato non è da meno. Vi è un tale che, per arruolare un calciatore nella squadra dell’Inter, lo paga ben 20 milioni di euro all’anno. Quando esisteva ancora una borghesia degna di tale nome, un citrullo siffatto sarebbe stato immediatamente diseredato dalla famiglia. Approfittiamo di questo articolo per scusarci con i nostri lettori per aver dato loro, in argomento, un’informazione sbagliata. I debiti del San Raffaele e di don Verzé non assommano ad un miliardo di euro come abbiamo scritto, bensì ad un miliardo e mezzo di euro.

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