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Onore ai tre pompieri eroi di Quargnento, senza se e senza ma

Le “dimissioni” del direttore responsabile e la “distrazione” dell’ordine dei giornalisti

di Andrea Guenna – Ora è nero su bianco: i Vigili del Fuoco che intervennero a Quargnento la notte del 5 novembre 2019 agirono correttamente. Tre di loro, Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido (insieme nel fotomontaggio sopra), sono morti tragicamente per l’esplosione di alcune bombole di Gpl avvenuta nell’incendio di un agriturismo. Tutt’Italia s’è stretta intorno alle loro famiglie anche in virtù della presenza del premier Conte ai funerali di Stato che si sono svolti ad Alessandria. Era unanime e corale la vicinanza della gente ai tre Servitori dello Stato e alle loro famiglie, ma c’è sempre l’eccezione che conferma la regola e qualcuno, il 15 gennaio scorso, aveva modo di scrivere che, per l’autopsia, i tre cadaveri erano risultati positivi a sostanze stupefacenti: Triches alla cocaina, Gastaldo alla cocaina e ai cannabinoidi, Candido ai cannabinoidi. In molti siamo rimasti sconcertati da questa “uscita” d’un foglio locale e non abbiamo commentato per rispetto delle vittime e poi perché la cosa non c’entrava un tubo con lo scoppio che ne aveva causato la tragica fine. I soliti maligni hanno insinuato che i tre pompieri, sotto l’effetto della droga, si fossero spinti troppo in là per avere ragione delle fiamme, mentre con maggiore cautela non sarebbero morti e l’incendio sarebbe stato spento ugualmente. Insomma era nata una querelle, ma ora i giudici della Corte d’Assise nella sentenza hanno scritto: “Non vi è spazio per addebitare ai vigili del fuoco e al caposquadra Dodero condotte connotate da imprudenza, imperizia, negligenza, ma vi sono piuttosto elementi di segno contrario”. È del tutto evidente che Alberto Marello, direttore responsabile del foglio dove era stata pubblicata la controversa notizia, aveva preso un granchio insieme alla redattrice che aveva scritto quello che ha scritto, tanto che il 17 gennaio Marello rimetteva il suo mandato all’editore, denunciando gesti intimidatori e minacce di morte da parte di alcuni lettori inferociti nei confronti suoi e della collega Monica Gasparini. Le dimissioni di Marello non riguardavano solo Il Piccolo, il foglio dove era stata pubblicata la notizia, ma tutte le testate del gruppo editoriale Soged che dirigeva e che edita tre giornali cartacei (Il Piccolo, Il Novese e L’Ovadese) e otto siti internet (Il Piccolo, AlessandriaNews, NoviOnline, AcquiNews, CasaleNotizie, OvadaOnline, TortonaOnline e ValenzaNews). Immediata la risposta dell’editore che, lo stesso giorno su Il Piccolo, scriveva: “Al termine dell’indagine, valutato anche il puntuale e appassionato lavoro svolto durante gli ultimi due anni da Alberto Marello, Soged Srl ha deciso di respingere la remissione del mandato. Alla luce della controversa valutazione, però, il cda ha disposto una sospensione di 14 giorni dalla guida del giornale. Al termine di questo periodo l’incarico verrà nuovamente affidato ad Alberto Marello il quale ha comunicato all’Azienda di voler donare l’equivalente di 2mila euro alla Fondazione Solidal”. Così l’editore Soged si inventava la “sospensione del Direttore Responsabile” di ben tre giornali cartecei e otto siti internet mettendo al suo posto un Coordinatore di Redazione.
Se l’avessimo fatto noi di Alessandria Oggi saremmo stati deferiti all’Ordine dei Giornalisti seduta stante, ma per Il Piccolo & C. era tutto regolare. Ma come, l’Ordine dei Giornalisti e il “Tribunale del Popolo” del sindacato (FNSI) consentono l’edizione per 14 giorni consecutivi di ben undici giornali – cartacei e in rete – senza direttore responsabile, mentre in terra mandrogna esce dal cilindro la figura del Coordinatore di Redazione? È contrattualmente prevista? Della serie: se io devo querelare uno di questi undici organi di stampa da cui mi ritengo diffamato (vedi le vedove dei tre pompieri uccisi) chi mai sarà il destinatario della mia querela?
Attendiamo risposta in merito dall’Ordine dei Giornalisti.
Ma, tornando a bomba: noi di Alessandria Oggi non abbiamo dato risalto all’autopsia per il semplice fatto che la notizia era avulsa dai fatti e ingiustamente offensiva nei confronti di tre eroi che hanno dato la vita per salvaguardare quella degli altri. Ci basta questo per rendere loro onore. E se io avessi compiuto l’errore di Marello sarei rimasto al mio posto finché non fosse arrivato chi mi avrebbe sostituito, perché un giornale è come una nave: non può navigare senza comandante. Figuriamoci undici giornali.
È una questione di punti di vista. Niente di più. Ma è così.
Omnia munda mundis.

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