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Il Cit sull’orlo del baratro per colpa della “gestione sinistra”

Novi Ligure (Franco Traverso) – Il debito di 6.882.000 euro che schiaccia il Cit (Consorzio Intercomunale Trasporti) non l’ha fatto l’attuale giunta di Novi Ligure, città di riferimento con la maggioranza delle quote, ma le giunte rosse che l’hanno preceduta. Bisogna partire da questo semplice quanto indispensabile presupposto per far capire ai lettori di cosa stiamo parlando. Poi ci sono i Comuni consorziati che hanno le loro responsabilità come quelli di Serravalle, Gavi, Stazzano e forse anche Arquata, molto reticenti a pagare le quote di competenza. Per questo motivo ieri i dipendenti del Cit, incolonnati a 20 all’ora, sui bus partiti dalla Frazione Barbellotta, hanno protestato davanti al municipio di Serravalle, uno di quelli che non vogliono versare quanto dovuto. Il fatto è che i Comuni “cattivi pagatori” non tirano fuori le palanche in quanto molto restii a pagare debiti che non hanno fatto loro ma in gran parte le giunte di sinistra soprattutto di Novi. Tant’è che il sindaco di Serravalle Alberto Carbone ha dichiarato in proposito alla stampa: “Non ce l’abbiamo coi lavoratori. La nostra scelta è di salvaguardare economicamente il Comune. Paghi chi ha votato il piano di risanamento. Noi non l’abbiamo fatto”.

Cos’è il Cit
Il Cit, con sede a Novi Ligure in Via Paolo Giacometti 22, è nato sotto forma di Consorzio tra Comuni nell’anno 1978 (D.P.G.R. Piemonte n. 5387 in data 18 settembre 1978), trasformato in Azienda Speciale in data 24 luglio 1996 e dal 1° gennaio 2001 è società per azioni a totale capitale pubblico. Sono soci i Comuni di Novi Ligure, Serravalle Scrivia, Arquata Scrivia, Gavi, Stazzano, Borghetto Borbera, Grondona, Carrosio, Voltaggio, Fraconalto, San Cristoforo, Parodi Ligure, Bosio, Mornese, Tassarolo, Pasturana e Francavilla Bisio. Cit Spa è oggi una società pluriservizi che effettua le attività di trasporto pubblico urbano, extraurbano e scuolabus, noleggio autobus, gestione parcheggi a pagamento a Novi Ligure, pompe e trasporti funebri. Ha 41 mezzi, in gran pare obsoleti e 45 dipendenti.
Le date sono molto importanti perché indicano che il Cit è stato voluto dalla sinistra (1978), gestito dalla sinistra (a parte la pausa 1985-1990 in cui Novi era amministrata dal Pentapartito) e distrutto dalla sinistra dal 2001 al 2019, cioè nel quasi-ventennio in cui la sinistra ha governato ininterrottamente la Città di Novi e quindi anche il Cit di cui Novi è il socio di riferimento.

Un disastro economico amministrativo
Esiste una profonda differenza fra un privato e un pubblico che fallisce, in quanto il privato ci rimette i suoi soldi, mentre il pubblico quelli di tutti. Il disastro amministrativo che ha praticamente portato allo stato fallimentare il Cit veniva alla luce in tutta la sua gravità alla fine di agosto dell’anno scorso grazie all’insistente richiesta di documenti contabili da parte del viceprefetto aggiunto Maria Clara Callegari, nominata nel gennaio 2020 commissario prefettizio per la provvisoria gestione del Comune di Gavi, che è socio del Cit. Grazie a quella richiesta è stato possibile scoprire un colossale pasticcio combinato dal Comune di Novi Ligure a gestione Pd che, almeno negli ultimi cinque anni della sua gestione (2014 – 2019), non avrebbe nemmeno conferito al Cit le somme stabilite che, oltre tutto, non sarebbero mai state contabilizzate correttamente a bilancio.

La Corte dei Conti
Diretta conseguenza della netta presa di posizione della commissaria gaviese, è stata una richiesta di chiarimenti da parte della Corte dei Conti alla quale qualcuno ha cercato di rispondere. La situazione appariva in tutta la sua pericolosità per i politici della sinistra che hanno retto il Comune di Novi negli anni di riferimento ai bilanci sotto esame. Talmente critica che, secondo i bene informati, il Comune di Novi deve al consorzio trasporti una cifra di qualche centinaia di migliaia di euro. Cambiata la giunta e cambiato il colore per cui si passava dal rosso del Pd all’azzurro di Forza Italia e Lega, a gennaio 2021 Novi riusciva a versare metà della sua quota di 165.000 euro, cifra riferita al ripiano dei debiti verso il Cit del 2018 (giunta Pd), per consentire alla società di pagare la rata del mutuo per il Movicentro (33.000 euro) e la tredicesima mensilità (53.000 euro) ai dipendenti.

Pasticci contabili e falso in bilancio
Purtroppo la posizione del Comune di Novi si aggravava proprio perché si ipotizzava un falso in bilancio, riferito alle giunte di sinistra degli anni precedenti, un reato penale gravissimo che comporta, se accertato, l’apertura d’ufficio delle indagini da parte della Procura della Repubblica. Risulta infatti che i dirigenti del Comune di Novi Ligure (tutti con tessera Pd) avessero messo a bilancio, solo per gli anni 2018 e 2019 (giunta Pd), a carico del loro Comune, un ripiano della perdita per circa 165.000 euro (vedi sopra) invece di quella concordata reale che era di 221.387,24 euro, sulla base degli accordi presi a suo tempo, per consentire il risanamento del Consorzio approvato il 30 ottobre 2018 (gestione Pd).

La situazione è tale per cui i possibili acquirenti fuggono
A tutt’oggi la situazione è peggiorata perché il debito effettivo risulta essere di quasi sette milioni di euro, la flotta di autobus è in gran parte da cambiare, ci sono mutui non pagati, debiti con privati, debiti tributari (Inps e Tfr) solo per citare gli aspetti più evidenti. Risultato è che Autostradale che aveva espresso l’intenzione di acquistare il consorzio si è tirata fuori, mentre i romani di Trotta Bus Services Spa vorrebbero fare lo spezzatino.
Questa è la verità, tutto il resto è aria fritta.

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