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Colpo di scena: usciti allo scoperto i componenti della cordata che rileverebbe rami d’azienda di Cerutti; ma perché non ce l’hanno detto prima?

Casale Monferrato (Gianni Patrucco) – La vicenda Cerutti, con l’azienda ormai fallita e la sede di Casale senza neppure il rame dell’impianto elettrico rubato nottetempo dai ladri (?) qualche giorno fa, continua a tenere banco, al punto che mezzora fa ci è arrivato un comunicato stampa che abbiamo pubblicato subito (Riceviamo e Pubblichiamo) e in cui si fanno addirittura nomi e cognomi degli acquirenti. Noi che siamo tipi precisi abbiamo telefonato a chi di dovere e ci hanno confermato la cosa precisando perfino che l’offerta è giunta nei tempi previsti dalla legge al tribunale di Vercelli, cioè lunedì 3 maggio alle ore 12. Ma allora perché, nonostante le nostre sollecitazioni, solo oggi, cioè diciotto giorni dopo, si viene a sapere – non dal giudice, si badi bene – da sedicenti acquirenti che è tutto a posto?
Cosa è successo, i giudici si sono addormentati? O cosa?
Ci sarebbe una cordata interessata all’acquisto della Cerutti, o di rami d’azienda, che avrebbe presentato l’offerta entro i termini di legge (?). Dallo studio Marketude di Milano ci fanno sapere che i signori “Marco Drago, Diana Bracco, Ernesto Pellegrini e Franco Goglio, con il supporto dell’avvocato Paolo Montironi, sono gli imprenditori italiani che hanno presentato un’offerta di acquisto per rilevare i rami d’azienda Officine Meccaniche Giovanni Cerutti spa e Cerutti Packaging Equipment spa, parte della storica azienda Cerutti di Casale Monferrato, attualmente in fallimento. All’investimento, a fianco degli imprenditori, è interessata anche Invitalia, attraverso il Fondo Salvaguardia Imprese, che acquisisce partecipazioni dirette di minoranza nel capitale di rischio delle imprese con marchio storico che versano in difficoltà economico-finanziaria al fine di rilanciarle. Nello specifico, il 3 maggio è stata presentata la prima manifestazione d’interesse integrata poi il 12 maggio dalla comunicazione agli organi della procedura circa gli elementi qualificanti dell’offerta, che include i lavoratori che saranno parte del progetto in una fase inziale di ripartenza industriale”.
Staremo a vedere ma, soprattutto, siamo curiosi di quello che dirà il giudice fallimentare. Palamara ci ha spiegato benissimo come funziona la magistratura, per questo noi ci aspettiamo di tutto e di più. Ma – statene certi – faremo la guardia, perché non si possono prendere ulteriormente in giro le vere vittime di questa situazione pirandelliana: i lavoratori e le loro famiglie.
Siamo in attesa di una nota del tribunale di Vercelli in merito.

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