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Perché il PD di Novi non vuole salvare i posti di lavoro del Cit?

Novi Ligure (Franco Traverso) – Negli Stati Uniti li chiamavano butchery meat “Carne da Macello”, in riferimento ai marines dello Sbarco in Normandia dove ne sono morti 15.000 in due ore. Per analogia estensiva sembra che al Cit, delle circa 50 famiglie che hanno un componente alle dipendenze del consorzio non importi un tubo, al punto che è in atto un dibattito politico delirante sull’alternativa “fallimento Cit o meno”. Sì, avete capito bene: a Novi si discute se fare fallire il Consorzio Intercomunale Trasporti con annessi e connessi o tenerlo in piedi. Salvarlo non è difficile, basta darlo in mano ai privati, ma per la politica comunista sarebbe una sconfitta intollerabile, sarebbe come ammettere i propri errori, visto che lo hanno costituito e amministrato (male) i trinariciuti per circa vent’anni, per cui è meglio lavarsene le mani e dare la colpa agli altri condannando l’azienda al fallimento così com’è. Carne da macello.
L’altra sera in consiglio comunale bisognava decidere proprio questo, cioè  vendere le quote novesi a un privato, ma i trinariciuti hanno tolto il disturbo e al momento del voto se ne sono andati, mentre gli altri – grazie a certe subdole assenze – non avevano il numero legale, per cui non s’è deciso niente. I comunisti lo vogliono far fallire per dimostrare che se comandano loro va tutto a posto, ma se comandano gli altri (e a Novi c’è una giunta di centrodestra) va tutto a scatafascio. E fanno di tutto per mettere il bastone fra le ruote di chi, a destra, ha la semplice ricetta per salvare capre e cavoli, una ricetta liberale, meritocratica, per cui gli incapaci vadano pure al festival dell’Unità coi compagni a mangiare salsicce e bere vino, mentre gli altri lavorano e producono, e i migliori comandano.
Gli è che senza il bando di gara il giudice fallimentare non può dare il via alla vendita. E qui c’è un altro problema che riguarda i dirigenti del Comune di Novi, assunti negli anni dalla sinistra, che devono redigere il bando di vendita delle quote novesi. È da maggio che devono farlo e non l’hanno ancora fatto.
O sono scemi, o sono comunisti (che è la stessa cosa), o sono deboli e condizionati da chi li ha assunti, cioè dai compagni. Fatto sta che stamane il giudice, per fortuna molto ben disposto alla vendita che eviterebbe il fallimento, non aveva il bando richiesto e non ha potuto procedere, ma è stato paziente e ha concesso ancora 15 giorni per presentarlo.
A questo punto noi di Alessandria Oggi ci offriamo gratis per la sua redazione.
Lo faremmo per la città di Novi e dei suoi poveri abitanti, retti da un mainstream di stampo bolscevico che, come ha dimostrato la storia, è solito effettuare una selezione al contrario.

La vignetta di Giovanni Guareschi è tratta da:
Fondazione Mondadori, Collezione Minardi, Milano

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