Press "Enter" to skip to content

L’ex dirigente Gianni Mogni citato dalla Provincia per risarcimento danni

Alessandria (Maria Ferrari) – Gianni Mogni (nella foto sopra, mentre ascolta, con Rita Rossa in Provincia all’epoca dei fatti), già direttore generale del Comune di Tortona e poi direttore generale e finanziario della provincia di Alessandria, torna a far parlare di sé. Si tratta di una brutta storia di soldi: pagamenti sbagliati sulla banca sbagliata che hanno fatto uscire dalle casse della Provincia quasi il 70% in più del dovuto. Questo pasticcio finanziario è di quando Mogni era dirigente dell’Ente, il quale, invece di versare il pagamento di una fattura sulla banca giusta l’ha fatto su quella sbagliata, finendo per pagare due volte. Stiamo parlando delle opere di recupero del Centro di Documentazione della Benedicta a Capanne di Marcarolo, vicino a Bosio, per quanto riguarda la prima assegnazione dei lavori del 2011 all’impresa Csg di Genova, quando la Provincia di Alessandria era retta da una giunta di sinistra, con presidente Paolo Filippi e vicepresidente Rita Rossa. È successo che la stessa ditta aveva ceduto in anticipo fatture, alla Carige, i crediti derivanti dall’appalto, dandone notizia a Palazzo Ghilini che però l’anno dopo versava l’importo alla Biis (Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo), per un totale di 160.000 euro. La Carige rimaneva col cerino in mano in quanto aspettava soldi che non erano arrivati e si rivolgeva al Tribunale per far valere i propri diritti. Carige vinceva la causa e quattro anni dopo si arrivava ad una transazione, con la Provincia costretta a pagare altri 108.000 euro. Così, dalle casse provinciali sono usciti in totale 268.000 euro anziché 160.000, con un incremento di quasi il 70%, in pagamento di lavori mai fatti.

Mancano un sacco di soldi per cui ora a Mogni si chiede il risarcimento
Soldi pubblici, naturalmente, anche se il cantiere della Benedicta è rimasto al palo, sia perché la Csg era fallita, sia perché non c’erano più i soldi per il secondo lotto. Gianni Mogni era il responsabile finanziario della Provincia e, in quanto tale, responsabile della maggiore uscita di ben 108.000 euro che l’Ente ora gli ha chiesto indietro. Mogni non ha pagato ed ora siamo arrivati a processo. Le cose per lui si complicano poiché il giudice del lavoro, chiamato in causa dalla stessa Provincia, si dovrà esprimere sulla congruità del proprio ruolo all’interno dell’Ente. Ecco perché tutta l’intricata vicenda, da finanziaria diventa anche amministrativa e, a questo punto, entra in gioco anche il tribunale del lavoro di Alessandria. Mogni dovrà rispondere su due punti in quanto, secondo i legali della Provincia, se deve rendere 108.000 euro all’Ente danneggiato, deve anche giustificare il proprio ruolo all’interno della Provincia. Nel caso i giudici dovessero dare ragione alla Provincia, Mogni dovrebbe rendere i soldi percepiti dall’Ente senza titolo come risarcimento.

Il presidente Baldi mette nero su bianco
Non è finita.
Colpisce a questo proposito quanto scritto nel decreto del Presidente Baldi pubblicato martedì 13 luglio: “Considerato che dall’esame della documentazione rinvenuta negli uffici, dalle informazioni raccolte, da quanto evidenziato in nota/esposto della ex segretaria dott.ssa Francesca Ganci e sulla scorta del parere legale reso dall’Avv. Maria Luisa De’ Margheriti (prot. Ris. 19 del 25.06.21), la ricostruzione della vicenda conduce a ritenere che vi sia stata gestione colposa della pratica, in particolare mediante atti/comportamenti configuranti violazione dei doveri di diligenza di cui all’art. 2104 c.c., riconducibili alla responsabilità del Dirigente della Direzione Risorse Finanziarie in carica all’epoca dei fatti, Dott. Gianni Mogni; inviti bonari rivolti al predetto affinché provvedesse al versamento della somma versata in eccesso, non hanno finora prodotto alcun concreto riscontro; sentito in merito, conformemente, il segretario generale dott. Alessandro Casagrande, si rende di conseguenza necessaria l’azione di recupero dell’esborso effettuato in eccesso pari ad euro 108.000,00, promuovendo apposita azione giudiziaria nei confronti del soggetto responsabile come innanzi individuato.

Un vizio di famiglia? Una strana selezione
Ma Gianni Mogni, che abita a Tortona (ma va?), non è l’unico in famiglia a far parlare di sé per stranezze amministrative in enti pubblici. Infatti, non più tardi di due anni, sua moglie, tale Sabrina Mancini, è stata al centro di una strana vicenda a proposito della procedura di selezione pubblica per il posto da Dirigente Finanziario del Comune di Tortona (ragioniere capo) a tempo determinato (3 anni). Il bando è stato pubblicato correttamente e a norma di legge sulla Gazzetta Ufficiale, con scadenza per la presentazione delle domande fissata a giovedì 26 settembre 2019, e prevedeva una selezione tramite valutazione dei titoli professionali desunti dal CV (max 5 punti) e un colloquio (max 30 punti). Quanto alle tempistiche, all’art. 6 comma 4 si legge: “Il giorno, la sede di svolgimento del colloquio e l’elenco degli ammessi verranno pubblicati sul sito internet del Comune. In caso di rinvio non sono previsti i termini di preavviso”.

Telefonate “istituzionali” effettuate di sera anche da cellulari
La pubblicazione degli ammessi presupponeva, necessariamente, che dovessero prima pervenire tutte le domande per essere esaminate ai fini dell’ammissibilità o meno, per poi stilarne l’elenco, quindi il giorno, il luogo e l’orario del colloquio. Tutti passaggi che dovevano avvenire dopo la scadenza per la presentazione delle domande. Ma ciò – non c’è niente da fare: siamo sempre a Tortona – non è stato in quanto per chi aveva presentato domanda via PEC (come previsto dal bando stesso) entro i termini, qualcosa non ha funzionato a dovere. A partire dalla chiamata telefonica fuori orario d’ufficio (ore 19:30 di giovedì 26 settembre) da un numero fisso sconosciuto, con prefisso da provincia altrettanto sconosciuta, per cui era facile scambiare la chiamata per quella di un call center per la vendita telefonica di prodotti o servizi, cui di solino si cerca di non rispondere. Ma quello che è ancora più strano è che le chiamate sono continuate anche dal numero del cellulare personale di una funzionaria del Comune di Tortona che telefonava alle nove di sera. Ebbene – ma siamo sempre a Tortona – con quella telefonata il Comune di Tortona comunicava ai concorrenti che il colloquio per la selezione si sarebbe tenuto l’indomani mattina, venerdì 27 alle ore 11.30. Inoltre è stato pubblicato l’avviso della data del colloquio prima di poter pubblicare l’elenco degli ammessi, cioè, ovviamente, dopo la scadenza per la presentazione delle domande, per cui poco prima delle 23:59 del 26/9 sarebbero potute pervenire altre decine di domande di partecipazione, e la povera funzionaria non avrebbe certo potuto contattare al telefono tutti i candidati per dare loro un presunto “adeguato preavviso” della data e dell’ora del colloquio.

Un bagno di sangue
Ma le anomalie non sono finite in quanto nella giornata di sabato 28/9 sul sito web del Comune di Tortona è stato pubblicato un elenco di 20 nominativi di cui 13 ammessi e ben 7 esclusi per mancanza dei requisiti scritti nel bando. Percentuale di esclusi (oltre il 30%) elevatissima e inusuale, considerando anche che il profilo dei candidati a una posizione dirigenziale è mediamente elevato.
Stranamente i candidati che si sono presentati al colloquio sono stati solamente 3 pari al 18% degli ammessi. In questa situazione ha vinto Sabrina Mancini, già dirigente a tempo determinato nella stessa posizione all’interno del Comune dal 2011, e più volte rinnovata nell’incarico con procedure di selezione pubblica analoghe a questa. Come se non bastasse, di quello strano concorso colpiva il grande divario nell’attribuzione del punteggio finale e in particolare di quello attribuito ai titoli, che premiava quasi esclusivamente, come d’altronde esplicitato nei criteri del bando, la precedente lunga esperienza in qualità di dirigente della Mancini stessa.

Sotto, pubblichiamo il decreto del presidente Baldi

Comments are closed.