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Benedicta, ma quanto ci costi!

Capanne di Marcarolo (Andrea Guenna) – Quel centinaio di ragazzi renitenti alla leva del Bando Graziani del 1944 ammucchiati alla Cascina Benedicta da alcuni criminali che volevano farne dei martiri da far pesare sul tavolo d’una futura trattativa a bocce ferme, saranno ricordati più per le vicissitudini amministrative che per averci rimesso la pelle senza aver fatto niente per meritare quella fine. Infatti, invece di ammucchiarli tutti alla Benedicta, si sarebbe dovuto procedere a distribuirli nei solai o nelle cantine delle numerose cascine della zona. “Tenete a casa i vostri ragazzi – urlava don Pellizzari dal pulpito della chiesa di Tagliolo nel 1944 – non lasciateli andare via!” e invece i capi partigiani hanno quasi costretto le famiglie a consegnare loro quei giovani alla volta della tristemente famosa cascina di Capanne di Marcarolo. Oggi, in una sorta di contrappasso storico, gli eredi politici di coloro i quali hanno voluto ammassare quei poveri ragazzi in quella cascina senza vie di fuga per poi far sapere a chi doveva sapere che erano là, rendendoli facili prede per le truppe naziste, non hanno pace per mantenere viva la memoria di quel fatto continuando a tirare fuori un sacco di soldi per tenere in piedi il Centro di Documentazione. Stavolta tutto nasce dalla vicenda che riguarda il tortonese Gianni Mogni (ma sti tortonesi, non possono star fermi un momento?), denunciato dal presidente Baldi per doppi pagamenti. Si tratta di una brutta faccenda di soldi: versamenti sbagliati sulla banca sbagliata che hanno fatto uscire dalle casse della Provincia quasi il 70% in più del dovuto. Questo pasticcio finanziario è di quando Mogni era dirigente dell’Ente, il quale, invece di versare il saldo d’una fattura sulla banca giusta l’ha fatto su quella sbagliata, finendo per pagare due volte. Ora sono i piemontesi, come al solito, a mettere mano al portafoglio per tirare fuori ancora una volta gli stessi soldi per lo stesso fine tramite la Regione Piemonte che aiuterà la Provincia a completare il secondo lotto dei lavori previsti (circa 250.000 euro). In questi casi cosa fanno i compagni? Ma una bella riunione, che diamine! Anzi: riuniscono un tavolo di trattativa. A presiedere l’assemblea sarà Daniele Borioli, postcomunista doc, presidente dell’associazione Memoria della Benedicta che intende “stralciare una parte del secondo lotto, utilizzando i 500.000 euro stanziati anni fa della Regione per concludere la facciata dell’edificio e iniziare i lavori all’interno”. Naturalmente ai restanti 250.000, come sappiamo, penserà la Regione Piemonte.

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