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Militare italiano trovato morto sulla nave “Staffetta”, Cavo Dragone fa le condoglianze

Brindisi – Un giovane marinaio della provincia di Foggia che prestava servizio sul pattugliatore d’altura “Staffetta” ormeggiato temporaneamente nella stazione navale brindisina, si sarebbe tolto la vita con un colpo di arma da fuoco. Si tratta di Giuseppe Gelsomino, 20 anni, graduato di 2a classe, il cui cadavere è stato trovato poco dopo le sette a bordo ucciso da un colpo d’arma da fuoco. Il militare era un volontario in ferma prefissata di un anno. Sul posto, allertati da alcuni commilitoni, si sono recati i soccorritori del 118 a bordo di un’ambulanza, ma per il ragazzo non c’era più nulla da fare. Sono in corso gli accertamenti per individuare le dinamiche dell’accaduto anche se l’ipotesi del suicidio sembra ormai la più probabile. Sul posto, da quanto appreso, è stato rinvenuto anche un bossolo. L’arma che è stata ritrovata nelle immediate vicinanze del corpo, non era in dotazione al marinaio. Il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, esprime il più sentito cordoglio a nome di tutta la Marina Militare. La salma è attualmente disposizione del pm di turno della Procura di Brindisi che nei prossimi giorni potrebbe disporre l’esame autoptico. La nave “Staffetta” è una dei 4 pattugliatori che costituiscono la classe Esploratore, insieme a “Esploratore”, “Sentinella” e “Vedetta”. L’Unità Navale ha operato prevalentemente nell’ambito della Multinational Force and Observers (forza ONU costituita nel 25 aprile 1982), sotto il Comando del Decimo Gruppo Navale Costiero. La nave “Staffetta” rientra periodicamente in Italia per effettuare una sosta di lavori e manutenzione. Non è dato ancora sapere se, al di là delle condoglianze di Cavo, la Marina Militare Italiana abbia deciso di aprire un’inchiesta per accertare le responsabilità sull’accaduto, perché l’ammiraglio Cavo non può cavarsela con delle formali condoglianze alla famiglia. Il gravissimo fatto, mai successo prima dal dopoguerra ad oggi, dimostra che nella Marina Militare, oltre ai marinai che ballano durante l’alzabandiera, è diventata un posto insicuro, non controllato, dove chiunque può spararsi con un’arma entrata clandestinamente a bordo. Vogliamo la verità.

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