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Per l’Ex Cerutti il minimo sindacale, ovvero un “accordo capestro” per i dipendenti

Casale Monferrato (Gianni Patrucco) – Alla fine la montagna ha partorito il topolino, esattamente come avevamo previsto noi di Alessandria Oggi, come al solito “in beata solitudine”. Dopo quasi un anno di agonia dei dipendenti, e di promesse da parte della vecchia e della nuova proprietà insieme ai sindacati (ma da che parte stanno?), i lavoratori hanno firmato l’accordo col gruppo Bobst, ma “con una pistola puntata alla tempia” nel senso che, o accettavano quel poco che c’era sul piatto, o non avevano niente. “Tutto è perduto fuorché l’onore” ebbe a scrivere Francesco I di Francia alla madre Luisa di Savoia la sera della disfatta di Pavia (24 febbraio 1525) ad opera dell’armata imperiale di Carlo V al comando del duca Carlo di Lannoy, una frase che potrebbe attagliarsi alla perfezione alla disfatta dei 258 dipendenti della ex Cerutti che hanno perso tutto, con la differenza che hanno perso anche l’onore perché a certe “offerte” si risponde con un secco “No”. Per i superstiti, “Cassa Integrazione – Covid” fino a dicembre, incentivi all’esodo della serie: vi paghiamo – poco – se ve ne andate, un deca (10.000 euro) a chi sarà licenziato (sono una trentina). Insomma un disastro da noi ampiamente annunciato. Saranno riassunti (forse, chissà, può darsi, staremo a vedere, che Dio ce la mandi buona, non si sa mai) coloro (un’altra trentina) che avranno competenze specifiche per cui sono necessari dei colloqui per la loro individuazione. Per finire, una quarantina entreranno in una cooperativa alla quale Bobst potrebbe affidare del lavoro esterno.
Potrebbe.

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