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Continua l’indagine nei confronti di Giovanna Boda, figlia dell’ex sindaca di Casale Monferrato Titti Palazzetti, mentre scattano le manette per Bianchi di Castelbianco e due suoi collaboratori

Roma (Lorenzo Mancini) – Ieri mattina è stato arrestato l’imprenditore romano Federico Bianchi di Castelbianco, editore dell’agenzia di stampa “Dire”, mentre sono ai domiciliari due suoi dipendenti, Valentina Franco e Fabio Condoleo, tutti coinvolti nella vicenda che riguarda anche Giovanna Boda, la funzionaria del Ministero dell’Istruzione che ad aprile ha tentato il suicidio. Una laurea in Psicologia e un dottorato in Psicologia Sociale, l’ex dirigente del Miur Giovanna Boda, 47 anni, madre di una bimba di otto, è figlia dell’ex sindaca di Casale Monferrato Titti Palazzetti nonché moglie del procuratore capo di Chieti Francesco Testa. Secondo il gip Annalisa Marzano della Procura di Roma, dal 2018 al 2021 avrebbe intascato una cospicua tangente in cambio di prestazioni professionali e consulenze affidati a terzi da parte del Ministero di cui era dirigente. Per questo il 14 aprile scorso, alla notizia dell’inchiesta che la vedeva indagata, ha tentato il suicidio buttandosi da una finestra dello studio del suo avvocato al secondo piano d’un palazzo in piazza della Libertà nel centro di Roma. Giovanna Boda è precipitata nel cortile ed è stata ricoverata in codice rosso al Policlinico Gemelli. Sul posto, oltre agli agenti di polizia del commissariato Prati, è arrivato per un sopralluogo anche il pm di turno, Alberto Galanti. Le condizioni della donna sono apparse subito molto gravi. È stata immediatamente operata per ridurre le fratture multiple agli arti e al bacino, e per contenere alcuni focolai emorragici. Dopo quattro mesi di terapia, la giovane dirigente governativa sta meglio, anche se non si può dire la stessa cosa a proposito della sua situazione giudiziaria. È infatti indagata nell’inchiesta che vede come principale imputato l’editore romano Federico Bianchi di Castelbianco che, secondo la Procura di Roma, avrebbe corrotto la Boda: regali e benefit per 548.777 euro in cambio di “plurimi affidamenti di incarichi di comunicazione e formazione per un totale di 23 milioni di euro”. Almeno questo si legge nell’ordinanza del gip emessa in base alle indagini svolte dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, che hanno portato anche al sequestro preventivo di 340.000 euro nei confronti di Boda, mentre il Bianchi avrebbe cercato di occultare le prove contro di lui, preoccupato per le intercettazioni. Ansia condivisa da Boda la quale aveva più volte fatto bonificare il suo cellulare attraverso la mediazione di Valentina Franco. I rapporti “professionali” fra Boda e Bianchi erano tali per cui il Bianchi – che è anche psicoterapeuta, rappresentante legale dell’istituto italiano di ortofonologia – avrebbe dato a Boda una carta di credito per le “spese correnti”. I “contratti” oggetto dell’inchiesta erano da 39.950 euro ciascuno, e agli inquirenti non è sfuggito che i decreti, a firma della Boda a favore del Bianchi, non raggiungevano per un soffio i 40.000 euro, importo a partire dal quale gli affidamenti diretti non sono consentiti dalla legge.

 

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