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Castelbianco confessa, Giovanna Boda è all’angolo

Roma (Lorenzo Mancini) – Federico Bianchi di Castelbianco, lo psicoterapeuta nonché direttore dell’agenzia stampa Dire, non ha nascosto nessun particolare alla Gip Annalisa Marzano e al pm Carlo Villani che l’hanno torchiato tre ore nell’interrogatorio volto ad avere informazioni fondamentali al processo che riguarda lui e Giovanna Boda, la figlia dell’ex sindaca di Casale Monferrato Titti Palazzetti, dirigente del Ministero dell’Università e Ricerca, indagata per corruzione. Dopo quattro giorni nel carcere di Regina Coeli, anche grazie alla sua preziosa collaborazione con gli inquirenti, il settantunenne psicoterapeuta è stato trasferito ai domiciliari col parere favorevole della Procura di Roma. Punto cruciale della deposizione che incastrerebbe Giovanna Boda è la confessione del professionista romano a proposito delle “stecche” versate alla Boda per decine di migliaia di euro quando la dirigente casalese era capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali al Miur, ovvero colei che gestiva i cordoni della borsa del dicastero. Gli inquirenti hanno stabilito che le società di Castelbianco da quel ministero e dagli istituti scolastici, avevano ottenuto in quasi tre anni e mezzo 23,5 milioni di euro di affidamenti per progetti di supporto psicologico agli studenti. Dopo che Castelbianco ha confermato gran parte dei fatti contestati (anche perché le indagini dei finanzieri, particolarmente puntuali, lasciavano ben poco spazio a fantasie e omissioni) la disputa si sposterà sul piano giuridico per stabilire come configurare quelle dazioni di denaro. Per la Procura si tratterebbe di corruzione a prescindere dal quantum del vantaggio indebito che l’imprenditore avrebbe ricevuto. L’uomo, difeso dall’avvocato Gian Domenico Caiazza, s’è giustificato dicendo che è amico della dottoressa Giovanna Boda da Casale da almeno un decennio, ma ciò non significa che un’amicizia debba essere motivo di favori illeciti perché siamo su due piani diversi. A questo proposito i magistrati hanno quantificato in almeno 336.000 euro, tra doni, affitti e pagamento di stipendi che l’aristocratico e imprenditore romano avrebbe trasferito alla figlia della Palazzetti. La difesa dell’indagato contrattacca con l’avvocato Caiazza che ieri ha diramato questo comunicato: “Il mio assistito ha oggi lungamente e dettagliatamente risposto all’interrogatorio di garanzia, non avendo nulla da nascondere. Non un solo bando di gara è stato vinto dall’istituto da lui fondato e presieduto se non per l’enorme prestigio e l’assoluta credibilità guadagnati nel mondo della scuola italiana in decenni di attività di assoluta qualità professionale e di riconosciuta eccellenza culturale”. E sui rapporti con la Boda ha specificato che tra lei e il suo cliente “intercorre un rapporto di antica e solida amicizia personale, mai tradottosi in alcuna attività istituzionale men che lecita”. Oggi saranno interrogati dal Gip anche gli altri due arrestati, i dipendenti di Castelbianco Condoleo e Franco, assistiti rispettivamente dagli avvocati Michele Novella e Giuseppe Di Trocchio. Nei prossimi giorni gli inquirenti ascolteranno Giovanna Boda che ha chiesto, tramite la sua legale Giulia Bongiorno, di essere sentita. Castelbianco si era già ampiamente difeso in un lungo video pubblicato su Youtube e ripreso anche da noi di Alessandria Oggi, come risposta a un articolo de La Verità. Nell’occasione Castelbianco aveva parlato di “massacro mediatico” e di “danno incommensurabile per l’enorme risalto subito”.

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