Press "Enter" to skip to content

L’ECOLOGIA ALLA VANNA MARCHI

Il ministro Corrado CliniQuando abbiamo letto il nome di Corrado Clini nella carica di Ministro dell’ambiente siamo sobbalzati sulla sedia. Il signore in questione era, se non l’inventore, almeno il cantore ufficiale del cambiamento del clima in Italia passato, a detta sua, da continentale a monsonico nel volgere di pochissimi anni. Teoria non condivisa da nessun meteorologo che il neo ministro si è già premurato di venire a ripetere in televisione suscitando amare risate. A trarre Corrado Clini da un modesto ed oscuro impiego di igienista del lavoro a Porto Marghera era stato Giorgio Ruffolo quando era ministro dell’ambiente, preoccupato per un grosso problema che non sapeva come risolvere. Erano gli anni in cui una novella classe di leoncelli affamati si era impossessata dello stato giocando sull’eterna speranza degli italiani di ottenere finalmente un cambiamento ed una modernizzazione del paese. Sotto i fallaci vessilli di un apparente mutamento,si diffusero invece i bacilli corrosivi di una visione del potere prescientifica e mafiosa. Chiunque, pagando tangenti, poteva fare ogni cosa, come costruire su aree golenali o su frane in movimento ed anche lungo il corso dei fiumi nonché ricoprire torrenti trasformandoli in strade e avanti così in una vera e propria corsa al suicidio collettivo. Come era inevitabile avvenisse, iniziarono a moltiplicarsi in tutta Italia frane ed allagamenti con le conseguenze del caso. A fare da parafulmine alle crescenti proteste popolari era il ministro dell’ambiente. Si creò così un’iniqua spartizione: mentre autorevoli politici incassavano miliardi lo sventurato Ruffolo si prendeva insulti e minacce. Non poteva durare così! L’ingiustizia era palese! Bisognava fare qualcosa. A risolvere lo spinoso problema venne in aiuto la storica cialtroneria italica alla Vanna Marchi, sempre fiorente in un paese pressocché privo di cultura scientifica di massa. Il colpevole di ogni disastro ambientale, in realtà causato unicamente da errori umani, venne trovato in un inesistente cambiamento del clima ossia in una natura divenuta improvvida contro cui l’uomo, con i suoi limitati mezzi, ben poco poteva fare. Fu così che Clini, partito da Marghera e annidato nel calduccio del ministero dell’ambiente, sopravvisse ad ogni cambiamento politico scalando le più alte cariche dello Stato fino a giungere in vetta. La teoria del mutamento climatico italiano, quando si cercò anche di farla condividere da altri paese europei, provocò solo risate e sorrisi sprezzanti favorendo il diffuso giudizio della cialtroneria ed inaffidabilità della classe politica italiana. Non è certo rilanciandola che potremo riacquistare credibilità a livello europeo. Ai nostri novelli ministri, che non perdono occasione di vantare la propria frequentazione con alte sfere ecclesiastiche, poniamo una piccola domanda: favorire il dissesto ambientale vuol dire uccidere? E, se ben ricordiamo, l’omicidio per un cattolico non è un peccatuccio trascurabile.

More from Dentro la notiziaMore posts in Dentro la notizia »

Be First to Comment

    Lascia un commento