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Il giallo dei fondi regionali per le Rsa (case di riposo)

Torino (Giulia Giraudo) – La Regione Piemonte ci ha abituato, soprattutto in questi due ultimi anni molto tribolati per quanto concerne la gestione dell’emergenza pandemica, a stranezze e originalità più degne del Teatro dell’Assurdo (se ci concediamo per una volta un richiamo dotto, anche del Teatro della Crudeltà di Artaud). Negli ultimi eventi però la sua Giunta e i suoi dirigenti hanno davvero superato se stessi, in particolare nei confronti di uno snodo delicatissimo per la salute dei più fragili in riferimento alle Residenze per Anziani e soggetti fragili in genere. Riassumendo e cercando di semplificare la vicenda al massimo, il Consiglio Regionale piemontese nella sua potestà legislativa ha stanziato fondi (di derivazione statale, particolare non trascurabile) per ristorare almeno in parte le Residenze per Anziani e Fragili in genere dei costi oggettivi sostenuti per la protezione dei propri pazienti e operatori durante la Pandemia Covid: acquisto di mascherine e tamponi igienizzanti per fare un esempio. I fondi erano suddivisi fra strutture convenzionate e strutture non convenzionate che sono, in genere, piccole realtà. In particolare furono stanziati 10 milioni di Euro per le strutture non convenzionate in ragione dei posti letto.
Primo mistero: i 10 milioni diventano 6 per cui ci si chiede dove siano finiti gli altri 4. Ma, ad aggravare la situazione, questa provvista decurtata è stata distribuita anche alle strutture convenzionate che, pur non potendo far domanda, l’hanno fatta lo stesso.
Secondo mistero: chi le ha avvertite di fare una domanda che non potevano fare e come sono stati ricalcolati i fondi visto che erano stati tagliati mentre i posti letto moltiplicati come pani epesci? Naturalmente le Strutture serie, o meglio, non facenti parte di nessun cerchio magico non hanno fatto domanda, avendola già fatta per la loro parte (misera) alla chiamata delle strutture convenzionate. Risultato: alcune strutture hanno preso due volte i soldi, mentre le altre hanno visto decurtata la loro quota perché divisa con Residenze che non dovevano partecipare.
Insomma, i soldi sono pochi, perché finiti in parte dove non dovevano finire, ma anche ripartiti in modo bizzarro.
Intanto due strutture della nostra provincia hanno fatto ricorso, per ora solo al Tar ma non è escluso che vadano a bussare anche in Procura della Repubblica. Fra l’altro è notizia di queste ore che Anaste Piemonte, una delle pochissime Associazioni di categoria veramente autonoma e libera guidata dal brillantissimo dottor Michele Assandri (nella foto), ha deciso di sottoscrivere il ricorso.

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