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Il “pacco natalizio” del banchiere Draghi all’Italia: raddoppiati gli ingressi di immigrati, col dpcm ne arriveranno altri 70.000

Roma (l.m.) – Buon Natale Italia! E Mario Draghi ha emanato un provvedimento subito apprezzato dagli sfruttatori di categoria cui lui fa riferimento. Tutti quei sedicenti imprenditori che privatizzano gli utili e collettivizzano le perdite: loro fanno entrare immigrati low cost che assumono al posto degli italiani, voi poi ne subite le conseguenze in quanto a costi economici e sociali. Il loro giornale di riferimento, il Sole 24 Ore, esulta: “Il decreto flussi torna una scelta di governo per rispondere alla carenza di manodopera”.
Il testo firmato da Draghi prevede il doppio dei migranti (sono vaccinati?) dell’anno scorso ma anche degli anni precedenti. Lo stesso “Figlio dell’Avvocato” ha annunciato la necessità di un decreto integrativo se il fabbisogno di forza lavoro lo richiederà. Un indirizzo non in contrasto, al di là delle apparenze, col flusso di sbarchi contraddistinto da un bilancio 2021 raddoppiato rispetto all’anno scorso.
Il provvedimento, firmato il 21 dicembre, parla di “programmazione transitoria”. Contempla per i migranti autorizzati all’ingresso “motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo. [La] quota complessiva massima [è di] 69.700 unità”. A Palazzo Chigi il testo è rimasto per diversi giorni fermo per le limature finali: il tema della discussione è stato il numero totale di ingressi. Il decreto flussi è stato messo a punto in via primaria dai tecnici dei ministri Luciana Lamorgese (Interno) e Andrea Orlando (Lavoro) insieme al ministero degli Esteri. La parola finale a Draghi essendo un Dpcm, acronimo ormai famoso di decreto del presidente del consiglio dei ministri. Sulla cifra definitiva non c’è stata più alcuna obiezione.
“Rispondiamo – ha detto il Figlio dell’Avvocato in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno – a una richiesta da parte dell’industria italiana, specialmente nell’edilizia, che è anche maggiore di questa cifra”. Si precipita a confermare tutto il ministro post-comunista del lavoro Andrea Orlando: “[La quantificazione del decreto è] un numero importante, più del doppio rispetto a quello previsto negli ultimi anni. Eppure è al di sotto dei fabbisogni che ci vengono rappresentati”.
Gli sfruttatori apprezzano perché così non dovranno meccanizzare l’industria della raccolta e sarà sufficiente sfruttare i migranti mandati a dormine nei tuguri delle tendopoli o negli appartamenti pagati dai contribuenti.
“Così salviamo il raccolto” esultano alla Coldiretti. Il decreto prevede anche 20.000 stranieri destinati ai “settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e turistico alberghiero”. La provenienza è indicata nel testo e riguarda paesi asiatici, africani e dell’est Europa.
Tutto questo mentre abbiamo 300.000 immigrati che prendono il reddito di cittadinanza ma nessuno ha mai vaccinato né controllato nell’ingresso in Italia, con gli italiani che, invece, si sparano per evitare il vaccino.

Decreto Flussi 2021

  • Articolo 1 – A titolo di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per l’anno 2021, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota complessiva massima di 69.700 unità.
  • Articolo 2 – Sono ammessi in Italia, nell’ambito della quota massima indicata all’articolo 1, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota di 27.700 unità. Paesi:
    • Albania
    • Algeria
    • Bangladesh
    • Bosnia-Herzegovina
    • Corea (Repubblica di Corea)
    • Costa d’Avorio, Egitto
    • El Salvador
    • Etiopia
    • Filippine
    • Gambia
    • Ghana
    • Giappone
    • Guatemala
    • India
    • Kosovo
    • Mali
    • Marocco
    • Mauritius
    • Moldova
    • Montenegro
    • Niger
    • Nigeria
    • Pakistan
    • Repubblica di Macedonia del Nord
    • Senegal
    • Serbia
    • Sri Lanka
    • Sudan
    • Tunisia
    • Ucraina
      Settori: autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e turistico-alberghiero.
  • Articolo 3 – Nell’ambito della quota indicata all’articolo 2, sono ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato non stagionale nei settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e turistico-alberghiero, 20.000 cittadini dei Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione in materia migratoria, così ripartiti:
    • n. 17.000 lavoratori subordinati non stagionali cittadini di Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina;
    • n. 3.000 lavoratori subordinati non stagionali cittadini di Paesi con i quali nel corso dell’anno 2022 entrino in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria.
  • Articolo 4 – Nell’ambito della quota indicata all’articolo 2, sono ammessi in Italia 100 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine ai sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
    • È inoltre consentito l’ingresso in Italia, nell’ambito della quota indicata all’articolo 2, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, di 100 lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Venezuela.
    • Nell’ambito della quota prevista all’articolo 2, è autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di:
      • n. 4.400 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
      • n. 2.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
      • n. 200 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea.
    • È inoltre autorizzata, nell’ambito della quota indicata all’articolo 2, la conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:
      • n. 370 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
      • n. 30 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea.
  • Articolo 5 – È consentito l’ingresso in Italia per motivi di lavoro autonomo, nell’ambito della quota prevista all’articolo 2, di 500 cittadini non comunitari residenti all’estero, appartenenti alle seguenti categorie:
    • imprenditori che intendono attuare un piano di investimento di interesse per l’economia italiana, che preveda l’impiego di risorse proprie non inferiori a 500.000 euro, nonché la creazione almeno di tre nuovi posti di lavoro;
    • liberi professionisti che intendono esercitare professioni regolamentate o vigilate, oppure non regolamentate ma rappresentate a livello nazionale da associazioni iscritte in elenchi tenuti da pubbliche amministrazioni;
    • titolari di cariche societarie di amministrazione e di controllo espressamente previsti dal decreto interministeriale 11 maggio 2011, n. 850;
    • artisti di chiara fama o di alta e nota qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici o privati, in presenza dei requisiti espressamente previsti dal decreto interministeriale 11 maggio 2011, n. 850;
    • cittadini stranieri che intendono costituire imprese «start-up innovative» ai sensi della legge 17 dicembre 2012, n. 221, in presenza dei requisiti previsti dalla stessa legge e che sono titolari di un rapporto di lavoro di natura autonoma con l’impresa.
  • Articolo 6 – Nell’ambito della quota massima indicata all’articolo 1, sono ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, i cittadini non comunitari residenti all’estero entro una quota di 42.000 unità.
    • La quota indicata al comma 1 del presente articolo riguarda i lavoratori subordinati stagionali non comunitari cittadini dei Paesi indicati all’articolo 3, comma 1, lettera a), del presente decreto. Nell’ambito della quota indicata al comma 1 del presente articolo, è riservata una quota di 1.000 unità per i lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi indicati all’articolo 3, comma 1, lettera a), che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale.
    • Nell’ambito della quota indicata al comma 1 del presente articolo, è inoltre riservata per il settore agricolo, una quota di 14.000 unità ai lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi indicati all’articolo 3, comma 1, lettera a), le cui istanze di nulla osta all’ingresso in Italia per lavoro stagionale anche pluriennale, siano presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle cooperative (Lega cooperative e Confcooperative). Tali organizzazioni assumono l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori fino all’effettiva sottoscrizione dei rispettivi contratti di lavoro, ivi compresi gli adempimenti di comunicazione previsti dalla normativa vigente.
  • Articolo 7 – I termini per la presentazione delle domande ai sensi del presente decreto decorrono:
      • per le categorie dei lavoratori non comunitari indicate all’articolo 3, comma 1, lettera a) ed all’articolo 4, dalle ore 9,00 del decimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana;
      • per i lavoratori non comunitari stagionali previsti all’articolo 6, dalle ore 9,00 del quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana;
      • per le categorie dei lavoratori non comunitari di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b), dalle ore 9,00 del quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dell’accordo di cui alla citata disposizione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
    • Nel limite della quota di cui all’articolo 1, sono ammesse le domande di nulla osta al lavoro presentate entro due mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
  • Articolo 8 – Le quote per lavoro subordinato, stagionale e non stagionale, previste dal presente decreto, sono ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali tra gli Ispettorati territoriali del lavoro, le Regioni e le Province autonome.
    • Trascorsi novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, qualora il Ministero del lavoro e delle politiche sociali rilevi quote significative non utilizzate tra quelle previste dal presente decreto, può effettuarne una diversa suddivisione sulla base delle effettive necessità riscontrate nel mercato del lavoro, fermo restando il limite massimo complessivo indicato all’articolo 1.
    • Resta fermo quanto previsto dall’articolo 34, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 con riferimento alla redistribuzione della quota di lavoratori non comunitari formati all’estero prevista dall’articolo 4, comma 1.
  • Articolo 9 – Le disposizioni attuative relative all’applicazione del presente decreto sono definite, in un’ottica di semplificazione, con apposita circolare congiunta del Ministero dell’interno, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, sentito il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che è comunicata sui siti web degli stessi anzidetti ministeri.

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