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Disastro scuola: nessuna università italiana tra le prime cento del mondo, e non parliamo di Alessandria… che è meglio

di Andrea Guenna – Da un po’ di tempo mi chiedo come sia possibile che le ultime generazioni di studenti, soprattutto femmine, siano dei fenomeni da dieci a scuola o trenta all’Università. Cosa sarà? Per interpretare Nanni Moretti la generazione della Nutella è più sveglia delle precedenti? Chi scrive si ricorda la fatica che si faceva quasi 50 anni fa per prendere anche solo un 24 a Giurisprudenza (Privato, le procedure, Costituzionale), ma poi si viene a sapere che le nostre università, allora, erano tra le migliori del mondo con la Normale di Pisa fra le prime venti. Oggi la stessa Università non compare neanche in elenco tra le prime 300 perché – si dice – i parametri di giudizio sono cambiati e lei sfugge alle nuove valutazioni. Ma ecco spiegato perché i giovani d’oggi non sono quei fenomeni che sembrano. Vengono da elementari da baraccone dove invece di studiare si gioca, da medie dove alcuni docenti sono degli emeriti ignoranti che non distinguono un apostrofo da un accento e chiamano campanella ciò che invece è un campanello, coi genitori che scandiscono modi e tempi didattici i quali, invece di mollare un ceffone al figlio che porta a casa un quattro, come si faceva ai miei tempi, si lamentano col preside che poi, per quieto vivere, cambia il voto in una sufficienza. Et voila, la scuola italiana fa schifo e gli studenti sono in gran parte degli illetterati che nel marasma generale riescono perfino a prendere dei dieci.
Alberto Di Majo, in un articolo pubblicato da “Il Tempo” di Roma il 10 giugno 2020, rilevava che tutte le istituzioni accademiche, anche quelle che hanno scalato qualche posizione, rimangono lontane (l’università di Bologna è al gradino 160, la Sapienza di Roma, che l’anno prima era scivolata al numero 203, è al 171, ma è una magra consolazione). Poi le altre italiane: il Politecnico di Torino “sale” al numero 308, la Libera Università di Bolzano tra 601 e 650, l’università della Calabria e l’università Politecnica delle Marche tra 801 e 1000.
Per fortuna abbiamo qualche istituto che compare nella recente classifica delle giovani università (fondate meno di 50 anni fa). Fra le prime dieci della classifica pubblicata da Times Higher Education (THE), che comprende 475 università di 68 Paesi c’è la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In questa particolare classifica compaiono 16 università italiane; di queste, otto si posizionano fra le prime cento e sono Vita e Salute San Raffaele 30°, Roma Tor Vergata 68°, entrata per la prima volta nella classifica con le università di Milano Bicocca 74°, Verona 93°, Brescia 96°, Politecnico di Bari 99°. Dalla posizione 100 in poi troviamo le università di Sannio 102°, Insubria 119°, Tuscia 138°, Udine 140°, Roma Tre 169°, Calabria 177°, Piemonte Orientale 187° e Foggia 201°.
La nostra è la penultima.

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